Cristina, viaggio della speranza: in Austria per la riabilitazione. Battezzata la figlia

La giovane mamma oggi verrà trasferita nell’ospedale di Innsbruch per proseguire nella terapia. Quel messaggio di Gianna Nannini registrato per lei

Cristina e Gabriele, genitori della piccola Caterina

Cristina e Gabriele, genitori della piccola Caterina

Arezzo, 6 aprile 2021 - La tabella di marcia è scandita da orari precisi e una destinazione: Austria. Oggi Cristina Rosi, 37 anni, lascia la Rianimazione dell’ospedale di Pontedera per essere trasferita alla Neurologie Hochzirl, a Zirl nel cuore del Tirolo, pochi chilometri da Innsbruck.

Nella clinica privata specializzata in riabilitazione neurologica e fisica, seguirà un programma fatto di step e verifiche nell’arco dei prossimi tre mesi al termine dei quali la valutazione dell’equipe di specialisti dirà se Cristina avrà bisogno di altro tempo oppure se potrà tornare a casa.

Il viaggio di ritorno alla normalità, in ogni caso, sarà lungo e lento. L’infarto che l’ha colpita a luglio mentre era incinta di Caterina, nata prematura e con parto cesareo, ha lasciato tracce importanti su madre e figlia che proprio il giorno di Pasqua è stata battezzata in casa.

Per questo c’è bisogno di misurare l’evoluzione delle condizioni della giovane madre di Alberoro la cui vicenda ha commosso migliaia di persone e generato una straordinaria gara di solidarietà tra Arezzo e la Valdichiana per raccogliere fondi necessari a sostenere le cure (iban: Gabriele Succi IT33Q0303214100010000448 413).

Ora Cristina è davanti a una svolta: per lei comincia un nuovo cammino dopo i progressi registrati durante il mese all’ospedale di Pontedera dove è arrivata in condizioni gravissime. Un intervento chirurgico e le cure del team medico e infermieristico, hanno reso possibile un graduale recupero: respira senza il supporto meccanico e manifesta reazioni alla voce dei familiari o al messaggio che la cantautrice Gianna Nannini, di cui Cristina è fan, ha voluto registrare per lei.

Ma molto ha fatto Cristina, dimostrando a tutti la volontà di farcela per riabbracciare il marito Gabriele Succi e Caterina, la figlia che non ha mai visto. «Siamo finalmente arrivati a un traguardo importante. Da un lato non vedo l’ora che Cristina cominci la riabilitazione, dall’altro combatto con il timore che possano accadere imprevisti», commenta Gabriele con il realismo di chi ha dovuto fare i conti con gli alti e bassi di una situazione complessa, e forse, molto più grande di lui.

Ma è la speranza e l’unità della famiglia, la «benzina» per spingere il motore che riporterà a casa Cristina. «Mi ha commosso la grande partecipazione delle persone alla nostra vicenda e sono grato a quanti hanno voluto dare una mano. C’è tanta umanità che si rivela proprio nei momenti più bui e questo aiuta ad andare avanti con fiducia», aggiunge Gabriele.

In questi otto mesi, madre e figlia hanno viaggiato su direttrici parallele, tra ospedali e strutture sanitarie: Arezzo, Firenze, Pontedera. Cristina adesso è pronta per la fase forse più delicata. Accanto a lei c’è Gabriele che stamani alle 10,30 sarà davanti all’ingresso dell’ospedale con l’ambulanza attrezzata per pazienti gravi che trasferirà la trentasettenne all’aeroporto di Pisa.

A mezzogiorno è fissato il decollo dell’aereo predisposto per questa tipologia di intervento con un team composto da medico, anestesista, rianimatore e infermiere. Sull’aereo ci sarà anche Gabriele che assisterà la moglie per alcune settimane e poi farà la «staffetta» con la madre di Cristina, Mirella, che la segue con grande forza. Nella casa di Alberoro resta Caterina circondata dalle cure dei nonni e delle tante persone che condividono la prova durissima di questa famiglia. Anche lei non vede l’ora di stare tra le braccia dei genitori.