ALBERTO PIERINI
Cronaca

Covid "dei ragazzi": 300 isolati per le feste

Almeno metà nell’aretino tra casi e contatti. D’Urso: "Preoccupati dei contagi in famiglia". Il 56% ha meno di 20 anni. Altro malato da Corfù.

di Alberto Pierini

"Siamo preoccupati che possano contagiare genitori e nonni": Antonio D’Urso, che di carattere non si preoccupa mai troppo, stavolta spezza una lancia per il nuovo allarme dell’estate. Non drammatizza, sia chiaro, anche perché fotografa una seconda ondata dalle radici tutte fuori di Arezzo. "Ma dobbiamo vigilare che i contagi non si allarghino alle persone più fragili". Era il dna dell’epidemia di aprile, quando si ammalavano e purtroppo a volte morivano tanti anziani. Non lo è oggi. Primo perché i malati non hanno sintomi, se ne stanno chiusi in casa e l’ospedale è vuoto, almeno di Covid. E la curva è inequivocabile: il 56% ha meno di vent’anni, non c’è neanche un ottantenne tra i nuovi contagiati.

D’Urso racconta questa Fase 2, spalleggiato dal direttore di staff Roberto Turillazzi e (via zoom) da Maurizio Spagnesi,che guida il servizio prevenzione. "Siamo tornati al ritmo di circa mille tamponi al giorno, seguiamo con ancora maggiore attenzione i contatti dei positivi". E l’attenzione si vede. A ieri quelli messi in quarantena erano 250,e a questi vanno aggiunti i positivi: un’ottantina nella Asl, oltre 40 sul versante aretino.

Solo per il focolaio greco siamo ad oltre venti casi su Arezzo e a 90 contatti. Passeranno Ferragosto chiusi in casa. O in albergo. Per rafforzare la diga la Asl ha confermato l’hotel sanitario nel senese: e in questo momento è al tutto esaurito, come raramente era successo nei momenti di punta. E ha stipulato una convenzione con l’Hotel Etrusco. Che non è albergo sanitario ma, specifica D’Urso, albergo e basta: serve per chi è contatto di casi positivi ma negativo. Perché i passaggi sono chiari: ti isolano, ti fanno un primo tampone e un secondo dopo 14 giorni. Se è negativo sei libero, sennò lo stop continua.

E con lo stop continuano le brutte notizie. Ieri un altro diciannovenne contagiato: vive ad Arezzo, anche lui era a Corfù. Con lui sono finiti in isolamento i primi contatti. "Ma parecchi emergono solo dopo giorni" spiega D’Urso nel raccontare il Covid dei ragazzi. "E’ chiaro che certi fenomeni si sono verificati anche perché troppi hanno trascurato le difese" spiega Turillazzi con un gergo da allenatore. In una parola? Le mascherine, calate quando sarebbe stato meglio tenerle su.

Nel resto dei casi dominano i rientri dall’estero: a volte per motivi familiari, a volte per lavoro. Tra i cittadini stranieri in 7 sono tornati dalla Romania, due dall’Albania, dall’India e dall’Ucraina, uno dalla Russia. La raccomandazione è di rispettare le regole: chi arriva da fuori Shengen ma anche da Spagna, Malta, Grecia e Croazia deve fare il tampone al rientro.

Gli altri se vogliono lo hanno gradito, basta una telefonata: ma questo è su base volontaria. "La nostra linea resta la stessa: tampone, tracciamento e trattamento" specifica D’Urso annunciando il metodo delle tre "T". Anzi, su richiesta ne aggiunge un’altra. "Testa: bene divertirsi ma in modo responsabile e senza mettere a rischio amici e familiari". Nei grafici ti fa vedere la curva, ormai moscia come un palloncino sgonfio, tornata a impennarsi. E le zone "calde", Valdarno in testa. E confessa un filo di preoccupazione. Ma non di più.