Alberto Pierini
Cronaca

Commercio, apre un altro gigante? Progetto da 12 mila metri quadri, il Comune pronto al no

Il piano davanti allo Show Garden bocciato anni fa da Fanfani: il Tar "dispone" conferenza dei servizi, ci sarà a novembre. Ma la destinazione urbanistica è diversa. Allarme Ascom

Un Centro Commerciale (foto Fantini)

Arezzo, 9 ottobre 2019 - C’è un altro gigante appostato lì, nella valle dei grandi centri commerciali. Ad un minuto dalla ex Ipercoop e dalla multisala, ad un altro minuto dalla Obi, forse a due da quelli che saranno piantati nella futura area Lebole. Ed è un gigante di ritorno: «messo in fuga» nel 2012, quando la giunta Fanfani disse no. E che ora rispunta quasi a sorpresa. E’ il centro commerciale a fianco della rotatoria sulla casentinese.

Davanti allo Show Garden, in fondo un altro gigante anche lui, essendo ormai una realtà che calamita clienti e visitatori da fuori. Il Tar ha detto che in quello stop di allora qualcosa non andava: anzi più di qualcosa, puntando il dito in particolare sulla mancata convocazione di una conferenza dei servizi. Quindi? Ecco che la conferenza è servita: e il Comune nei fatti non poteva che convocarla. Il 14 novembre, tutti al tavolo.

E a capotavola la società che da allora chiede di sfruttare i suoi circa dodicimila metri quadrati di terreno per farne un affare d’oro: si chiama Riccianello, fa capo a Pietro Sgrevi, in fondo un altro gigante anche lui, sul fronte edile e dei complementi di arredo. Un progetto ambizioso. Se approvato allora avrebbe dovuto essere lo spazio nel quale far atterrare Decathlon e grossi marchi della grande distribuzione.

In otto anni, è chiaro, cambia il mondo: i giganti si riposizionano dove trovano spazio. La catena dello sport lo ha trovato di fianco all’ex Ipercoop, la Conad, che pareva allora tra i candidati più autorevoli, ne ha trovati tanti, a cominciare da quello che dovrebbe occupare proprio alla Lebole. Però il progetto non è morto, i proprietari dell’area giustamente continuano a lavorarci. E ora ecco il passaggio imposto dal Tar.

Alla conferenza dei servizi il 14 novembre ci sarà il mondo: Regione, Comune, Prefettura, Nuove Acque, Sei, Ferroviaria Italiana e l’elenco potrebbe durare a lungo. Sono gli spazi nei quali affrontare complessivamente un progetto di quel tipo. Quindi avanti? No, per ora tutto lascia pensare di no. Perché la destinazione d’uso di quello spazio è agricola: e il Comune, come spiega a fianco l’assessore Marco Sacchetti, non intende derogare.

«Non rientra nella nostra previsione urbanistica» dice, cordiale ma categorico. E un maxi-centro commerciale di quelle dimensioni non si può costruire in barba al comune e alle finalità della zona. Però il progetto non è virtuale.

E la società lo ha reiterato a luglio, sulla scia di una richiesta del Comune e della direzione servizi tecnici. Segni particolari? Si parla esplicitamente della «realizzazione di una grande struttura di vendita tipologia B in forma di parco commerciale, in variante allo strumento urbanistico». Il tutto a Ceciliano, quella è la zona nella quale incide l’operazione. Ma siamo lì, a ridosso della tangenziale, a poche decine di metri dal cantiere già partito per il suo prolungamento fino alla Catona, in fondo a viale Santa Margherita.

E le pressioni favorevoli non mancano. «Sarebbe un rilancio per la nostra zona e per tutta la città» commenta da Show Garden il titolare Fabrizio Biagioni. Così come dalla parte opposta arriva l’altolà dell’Ascom. «Farebbe saltare i precari equilibri commerciali aretini» tuona Franco Marinoni. I giganti, si sa, sono scomodi. E perfino le loro orme fanno paura.