Chl: e-commerce e crac. Ecco i 13 aretini indagati

La società fiorentina vendeva computer online ed era anche quotata in Borsa. Nel 2016 acquisì l’aretina Terra: avviso di garanzia per dirigenti e commercialisti.

Chl: e-commerce e crac. Ecco i 13 aretini indagati

Chl: e-commerce e crac. Ecco i 13 aretini indagati

Non solo il fallimento: ci sono anche 47 indagati per il crac della Chl spa, la pioniera dell’e-commerce dei computer, con sedi a Firenze e Arezzo, nata prima di Amazon. Ma nonostante l’approdo in Borsa, il destino della società made in Tuscany, che si conquistò una bella fetta del mercato del commercio di computer tramite il web, è stato meno fortunato di quello del colosso a stelle e strisce. Nel gennaio del 2020, il tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento e oggi, a distanza di oltre quattro anni da quella sentenza, i pubblici ministeri Christine Von Borries e Fabio Di Vizio hanno chiuso le indagini. La procura ipotizza che i bilanci di Chl siano stati alterati per nascondere ingenti perdite.

Gli avvisi di garanzia riguardano i componenti dei consigli d’amministrazione e i ’controllori’ che si sono avvicendati dal 2008 fino alla fine dell’attività della Chl. Tra loro anche una cospicua pattuglia di aretini: Andrea Alterini, Sabrina Bianchini, Massimo Bracalenti, Giuseppe Bruschi, Alessandra Cacioli, Maria Grazia Cerè, l’ex ad di Cloud Italia Mark De Simone, Andrea Duranti, Eva Landi, Raimondo Landi, Sauro Landi, Stefano Mugnaini e Roberto Rondoni. Chl infatti acquisì Terra nel dicembre 2016.

Gli amministratori esecutivi, secondo le accuse, avrebbero "formato i progetti di bilancio falsi sottoponendoli all’organo di controllo e al vaglio della società di revisione, depositandoli presso la sede sociale per l’approvazione dell’assemblea e, dopo quest’ultima, presso il registro delle imprese per la pubblicazione. Gli amministratori non esecutivi, sempre secondo quanto ipotizzato dai pm, avrebbero "omesso di impedire la formazione dei progetti di bilancio falsi, l’approvazione in sede di riunione del cda e dell’assemblea dei soci/azionisti e il deposito dei bilanci falsi presso il registro delle imprese", dopo l’approvazione.

La procura incolpa anche i componenti del ’Co.co.ge.’ di non aver ottemperato ai propri compiti (tra questi quello di "convocare l’assemblea societaria di fronte a fatti censurabili di rilevante gravità"), così come i dirigenti preposti alle attestazioni del bilancio d’esercizio avrebbero, tra molte condotte contestate, omesso "di informare la Consob". Tra le false informazioni che sarebbero finite nei bilanci della Chl anche quelle relative al valore delle partecipazioni in società collegate (fallite anch’esse) come Frael spa, Farmachl, Terra spa. A quest’ultimo società è collegata anche la bancarotta di Bcm spa, finita anch’essa nell’inchiesta della procura del capoluogo toscano.

Fondata nel 1993 a Firenze, Chl si è inizialmente dedicata alla vendita di componenti legati all’assemblaggio dei computer. In seguito si è spostata, grazie proprio all’e-commerce, a prodotti legati alla telefonia, all’audio video e al mondo della fotografia. All’apice del suo splendore (era il giugno del 2000) Chl è stata quotata nell’indice Fste Italia Small Cap della Borsa di Milano. Ma nel dicembre del 2019 iniziò il declino: la Consob sospese le sue azioni in considerazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria che si stava sviluppando.

Stefano Brogioni