
Il ministro Mogherini con il collega tedesco a Civitella
Arezzo, 13 febbraio 2017 - Tre anni fa venne a chiedere scusa di una strage alla quale personalmente era estraneo, è chiaro, ma che con coraggio caircò in parte sul popolo tedesco. Oggi è il presidente della Repubblica Federale Tedesca:lui, Frank Walter Steinmeier.
E la notizia è stata accolta bene a Civitella dove tre anni fa andò a nome della Germania per «chiedere scusa» ai parenti delle vittime delle stragi nazifasciste perpetrate in zona. «Apprendo con piacere l'elezione di Steinmeier a presidente della Repubblica tedesca - commenta il sindaco di Civitella, Ginetta Menchetti - Le parole che spese nel 2014 in occasione del 70/o anniversario delle stragi furono molto apprezzate dai parenti delle vittime e da tutti coloro che si erano battuti per avere giustizia. A nome di tutta la comunità che rappresento mi auguro che Steinmeier possa tornare a Civitella con un carica ancora più importante magari proprio il 29 giugno, giorno dell'anniversario delle stragi».
Tre anni fa il neo eletto presidente, all'epoca ministro degli esteri, fu il primo rappresentante di un governo tedesco a partecipare alla cerimonia sulle stragi: «Noi tedeschi sappiamo quali responsabilità abbiamo per le atrocità commesse dai nostri connazionali in Italia durante la Seconda guerra mondiale - disse - È importante che né dimentichiamo, né rimuoviamo quello che successe, e che invece si tragga insegnamento dalla nostra storia.
L'Italia è da secoli meta dei più grandi poeti tedeschi, tanto che anche per questo è incomprensibile quel che accadde con gli eccidi nazisti. Civitella, Marzabotto e Stazzema sono i luoghi del dolore italiano e tedesco ma sono diventati anche quelli dell'incontro e della riconciliazione». Il discorso arrivò peraltro due anni dopo che la Corte internazionale di giustizia aveva accolto il ricorso della Germania contro la condanna della Cassazione italiana al risarcimento dei danni ai parenti delle vittime poiché «un tribunale non può condannare uno stato estero sovrano».