
Chiesa rinasce dopo il crollo. Oliveto, operazione restauro
di Matteo Marzotti
L’ultima volta che don Gualtiero aveva celebrato una messa all’aperto era nel giugno 2021, in occasione del suo cinquantesimo anno di sacerdozio. Quella di domenica scorsa è stata per certi versi un’altra messa che le comunità di Oliveto e Albergo ricorderanno a lungo. A distanza di più di un anno dal crollo della facciata della chiesa di Oliveto - un edificio del 1300 - i parrocchiani hanno avuto una visuale completa a poche settimane dal (presumibile) termine dei lavori. Niente impalcature, niente rete di recinzione tipica dei cantieri. Certo, la chiesa è ancora chiusa ai fedeli, ma già vedere la nuova facciata con l’intonaco color "giallo storico" ha fatto un certo effetto.
Difficile però dimenticare l’immagine della polvere e dei detriti di quel 25 agosto dello scorso anno quando la facciata realizzata nel 1946 venne giù nella notte sotto il peso di quelle pietre che si era staccate portandosi dietro anche tre vetrate e una parte del tetto. Oggi i lavori sono agli sgoccioli "e non ci è voluto nemmeno molto tempo" dice qualcuno tra i presenti. L’occasione per lasciare per una domenica l’oratorio di Albergo e la vicina chiesa della Compagnia per la messa delle 11 è stata quella di una giornata di festa organizzata dalle comunità di Albergo e Oliveto che ha visto la partecipazione di tante persone arrivate anche dalle frazioni vicine, qualcuno anche da Arezzo. Perchè la chiesa di Sant’Andrea, almeno fino al crollo, era una meta per battesimi, matrimoni e non solo. Passeggiate, giochi per bambini e attività, un mercatino di beneficenza, ecco la lunga domenica per raccogliere fondi, tornando a vedere la chiesa e a celebrare messa seppur da fuori, sul sagrato. Adesso il prossimo passo sarà quello della riapertura prevista - nella speranza di molti - per il prossimo dicembre. Già perchè il 17 e il 26 dicembre tornerà il presepe vivente e per quelle date la chiesa di Sant’Andrea dovrebbe già aver riaperto il proprio portone. Non è da escludere magari per quel giorno il ritorno del vescovo Migliavacca che lo scorso anno partecipò al presepe vivente. Intanto i lavori proseguono e le offerte raccolte - come racconta una parrocchiana - potranno anche servire in futuro ad apportare ulteriori miglioramenti all’edificio religioso o comunque ad aiutare l’organizzazione del presepe vivente.