
Cereali con i prezzi al ribasso. Gli agricoltori in crisi: "Il settore va sostenuto"
di Claudio Roselli
"Il 2023 è stato per l’agricoltura della Valtiberina un anno con luci e ombre (bene alcuni prodotti, male altri), come è anche normale che sia per un’attività condizionata dall’andamento meteorologico. Alla fine, però, per il tabacco si è rivelata una buona annata, perché la parte di terreni – che era una minoranza – trapiantati a inizio maggio e prima delle piogge che poi hanno interrotto il tutto era stata colpita dalla grandinata del 21 luglio, subendo danni molto forti, intorno al 70% e oltre".
Chi parla è Roberta Giorni, imprenditrice agricola residente nella campagna al confine fra Anghiari e , nonché esponente della Confederazione Italiana Agricoltori. "La stragrande maggioranza, però, è stata trapiantata dopo le piogge di maggio e quindi questa avuto più fortuna: una parte è stata raccolta ed è andata a maturazione, quindi come quantità e qualità ci siamo, fermo restando che i terreni danneggiati dalla grandine hanno subito danni ingenti".
La grandinata del 21 luglio ha chiaramente colpito anche i campi di tabacco trapiantati tardivamente: gli altri ne hanno risentito in modo limitato o quasi per niente, perché le piante erano ancora piccole e la grandine non era riuscita a provocare danni importanti. "Per ciò che riguarda i cereali – prosegue la Giorni – le precipitazioni di maggio avevano condizionato anche la qualità del grano, perché noi facciamo soprattutto frumento tenero; il problema è che, anche laddove riusciamo a tirar fuori una buona qualità, i prezzi sono irrisori: attualmente, i grani teneri prodotti nella nostra zona sono quotati tra i 21 e i 24 euro a quintale, quindi si tratta di cifre che non coprono nemmeno le spese. Il mais stesso è quotato a 21-22 euro, per cui si parla tanto di aumento dei prezzi, ma al consumo, perché per ciò che riguarda quelli pagati agli agricoltori essi tendono semmai ad andare verso il basso e non sono assolutamente prezzi accettabili, ma questo d’altronde impone il mercato a chi coltiva".
E per ciò che riguarda l’uva? "Premesso che non rappresenta una risorsa per la zona, è comunque tale a livello di consumo familiare. A causa di un attacco fortissimo di peronospora che vi è stato in giugno, le vendemmia sono state praticamente azzerate in molte famiglie, caso più unico che raro".