di Luca Amorosi
AREZZO
È andato letteralmente a ruba "Un secolo di Arezzo", il libro curato da La Nazione che celebra i cento anni di calcio amaranto. Sono andate letteralmente a ruba, non solo in città ma anche in provincia, le copie del libro in abbinamento gratuito con il nostro quotidiano. Fin dal primo mattino di ieri le edicole sono state prese d’assalto: tra prenotazioni e vendite in serie delle copie del giornale, qualche esercizio è rimasto senza fin da metà mattinata. Una formula, quella dell’abbinamento all’edizione del giornale di ieri mattina, che si è rivelata vincente e che è stata resa possibile grazie agli importanti sponsor che hanno aderito al progetto, vale a dire Valdichiana Village, Unoarre, Uno Informatica, Gimet Brass, Tca, Novart e BancaTema. Il volume ha fin da subito ricevuto riscontri positivi da chi non ha perso tempo a sfogliarlo. Suddiviso in quattordici brevi capitoli in rigoroso ordine cronologico, riepiloga la storia centenaria del Cavallino, dalla fondazione della vecchia Juventus Fbc Arezzo nel 1923 nell’antico Caffé del Vapore all’inizio di Corso Italia – dove ad aprile è stata affissa una targa – alla vittoria del campionato di serie D della scorsa stagione che ha coronato i festeggiamenti del centenario, scoccato lo scorso 10 settembre.
Un percorso tra tormento ed estasi, come recitava un vecchio striscione, che attraversa tutte le epoche e ripercorre vittorie e sconfitte, cadute e rinascite, gioie e dolori. Dalla prima promozione in B ai favolosi anni Ottanta, dalla radiazione alla doppia promozione con Cosmi, passando per la cavalcata con Somma in Panchina e la "battaglia totale" del 2018.
Una lettura per tutti gli appassionati: dai tifosi della prima ora, che possono far riaffiorare i ricordi dei tempi andati, ai tanti giovani che si sono avvicinati al Cavallino di recente e possono così conoscere meglio la storia della loro squadra del cuore. All’interno del libro, è presente anche la prefazione curata dalla direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini, il saluto del capocronista Federico D’Ascoli e un ultimo capitolo con le raffigurazioni delle maglie più iconiche, da quelle rimaste nella memoria di tutti ad altre dimenticate e riscoperte. Merito di Fabio Valdambrini, fumettista e tifoso amaranto doc, che amante delle divise del Cavallino ha voluto proporre una vera e propria carrellata di divise forse non note a tutti, alcune utilizzate una sola volta, altre legate a partite e vittorie speciale. Oppure la prima divisa amaranto, utilizzata solo nel 1937.
Senza dimenticare le immancabili fotografie che hanno segnato le varie epoche e inframezzate ai testi. Per le più datate il ringraziamento doveroso va al Museo Amaranto che ha collaborato con il suo immenso archivio, integrando le foto più recenti messe a disposizione da Daiano Cristini, Fotomanie di Alessandro Falsetti e Foto Studio di Bruno Tavanti.