
Helenia Rapini, la volontaria Enpa di 29 anni morta in un incidente stradale
Tutto esaurito per la cena di beneficenza in memoria di Helenia Rapini, la volontaria Enpa di 29 anni scomparsa tragicamente in un incidente stradale nel dicembre 2019. L’evento è in programma sabato al Circolo Patrignone e il ricavato sarà devoluto al Gattine, il rifugio per gatti dell’associazione Cinni, con cui Helenia collaborava con dedizione. Dopo aver raccolto oltre 1.100 euro nella scorsa edizione, gli organizzatori sperano in un nuovo successo. Il fratello di Helenia, Jonny Gianni Ego Rapini, sarà alla console per animare il dopocena, contribuendo a rendere la serata speciale nel ricordo della giovane.
Ma mentre la comunità si stringe nel ricordo affettuoso della giovane, sul fronte giudiziario il caso si riapre. Dopo l’assoluzione dell’imputato in primo grado da parte del tribunale di Arezzo, la Corte d’Appello di Firenze ha disposto una nuova perizia, affidata al medico legale Brunero Begliomini e al tossicologo Guido Mannaioni. I giudici chiedono di chiarire se il conducente fosse affetto da una patologia in grado di compromettere la guida – e se ne fosse consapevole – o se fosse sotto l’effetto di farmaci o sostanze psicotrope. L’incidente risale al 6 dicembre 2019, quando un Suv invase la corsia opposta lungo la strada di Ristradelle, schiantandosi contro l’auto di Helenia, che morì sul colpo.
In primo grado, la difesa ha sostenuto che l’imputato – oggi 49enne – soffrisse della sindrome delle apnee ostruttive del sonno, che gli avrebbe causato un improvviso colpo di sonno. Una tesi accolta dal giudice, sulla base delle perizie del professor Pasquale Macrì e del professor Piero Guido Ciabatti, secondo cui l’uomo ignorava di essere affetto dalla patologia. La famiglia di Helenia, assistita dall’avvocato Francesco Valli, ha impugnato la sentenza. Secondo una consulenza firmata dal professor Tommaso Todesco, la vera causa dell’incidente sarebbe stata l’assunzione di un sonnifero a emivita prolungata, il Delorazepam, da parte dell’imputato.
L’avvocato Francesco Valli conferma l’attesa per un passaggio cruciale: "Siamo in attesa del deposito della nuova perizia disposta dalla Corte d’Appello di Firenze, previsto per i primi di luglio, e siamo fiduciosi che i nuovi periti accertino che la causa dell’incidente mortale nel quale perse la vita Helenia non fu un malore dovuto alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno, ma il fatto che il conducente era sotto l’effetto del sonnifero a emivita prolungata Delorazepam. Una volta che avremo esaminato la perizia, decideremo se presentare una memoria con le osservazioni del nostro consulente, Professor Todisco."
La prima udienza del nuovo processo in Appello è fissata per fine 2024, ma già nei prossimi mesi, con il deposito della perizia, potrebbe arrivare una svolta. Nel frattempo, la solidarietà continua a tenere vivo il ricordo di Helenia.