Catturati i ladri della notte: razzie nei locali chiusi, traditi dall'ultimo furto

Sono tre magrebini: dopo la razzia al Maninpasta trovati con il registratore di cassa sulla rampa del Penny. Prima tentato colpo da Pierozzi e in due bar di Saione. Polizia in azione

Colpo da Lodovichi

Colpo da Lodovichi

Arezzo, 23 novembre 2020 - Sono forse gli stessi che dall’inizio del nuovo lockdown scorrazzavano per la città prendendo di mira bar e ristoranti chiusi dopo il servizio di asporto. Non si contano i colpi: ai danni di Naboo, dell’Antica Fonte, del Vesuvio ad esempio. E l’altra notte era scattata per tre maghrebini trentenni l’ora di un nuova scorribanda a tappeto, disordinata, sconclusionata ma allo stesso tempo determinata e a sprezzo delle conseguenze fisiche.

Da dove iniziamo. Dai Bastioni, dal forno dei fratelli Pierozzi dove i tre balordi non sono però iusciti a entrare. Il tentativo è partito dal primo piano, dove viene ospitato il museo di S.Spirito, per arrivare a pianterreno: ma qui i ladri non sono stati in grado di entrare nel locale. Uno di loro è rimasto ferito e la scia di sangue è arrivata fino alla strada.

L’unica irruzione è andata a segno è stata ai danni del ristorante Mani in Pasta di via Guelfa a Saione. Ed è lo stesso proprietario, il presidente dei cuochi toscani Roberto Lodovichi, che racconta l’accaduto: «E’ toccato anche a noi, lo avevamo pensato nei giorni scorsi ed ecco che ci siamo. E’ successo intorno a un quarto all’una, hanno rotto la vetrata e sono passati dal pertugio che si era creato: due dentro e uno fuori, sul marciapiede a fare da palo. E le telecamere hanno ripreso tutto».

Non hanno dunque aspettato nemmeno il cuore della notte per agire, complice due volte il lockdown: da una parte perché impedisce a molti di lavorare e causa disperazione fino a portare alla delinquenza; dall’altra parte perché le strade sono vuote, non gira anima viva ed è quindi più facile mcolpire senza attirare attenzione.

Riprende Lodovichi: «E’ durato tutto cinque minuti al massimo, nell’oscurità più completa. Hanno scardinato il registratore di cassa e rubato gli smartphone che ci servono per le comande, poi sono usciti dallo stesso pertugio, uno si è fatto anche male perché per terra c’era tanto sangue».

Una volta fuori con la cassa, i tre si sono accomodati sulla rampa di ingresso del Penny e dal registratore hanno tirato fuori 50 euro, gli unici lasciati nel ristorante. Ma un residente in uno dei palazzo, peraltro un carabiniere, si è insospettito per il rumore, si è affacciato alla finestra e ha visto movimenti strani.

Ha dato l’allarme e sul posto è arrivata la polizia: i tre si sono ribellati all’arresto tirando calci all’auto degli agenti. Poco prima avevano tentato di entrare anche in un bar di via Monte Grappa e in uno di via Piave. Tentativi falliti. Ora i maghrebini, saltando l’udienza di convalida, compariranno direttamente davanti al Gip a cui la pm Chiara Pistolesi chiederà di emettere un’ordinanza di custodia cautelare.