
di Dory d’Anzeo
Rifiuti abbandonati, l’allarme è partito – come spesso accade in questi casi – dai social. Nei giorni passati si sono susseguite segnalazioni arrivate da via Fiorentina, via Marco Perennio, via Alpe della luna. Lo scenario è quasi sempre lo stesso: cassonetti riempiti ben oltre la capienza limite, e buste dell’immondizia lasciate sul ciglio della strada, dal momento che non era più possibile riempire oltre i bidoni. Segno, evidentemente, di un servizio di raccolta intermittente. Ma c’è anche un altro fatto che emerge con chiarezza dalle segnalazioni degli utenti e dai controlli sul posto: nei cassonetti della raccolta differenziata, in quelli nuovi soprattutto, si trova ogni genere di rifiuto, plastica nell’organico, buste della indifferenziata negli altri spazi e così via. Abbiamo avuto modo di constatarlo ieri mattina, durante un giro tra il centro e la periferia. La prima differenza che balza all’occhio è una cura diversa tra le aree centrali e le altre. Se il problema dei rifiuti abbandonati non riguarda le vie all’interno delle mura e quelle immediatamente fuori, la raccolta nelle aree esterne va a singhiozzo, ad esempio nella zona adiacente il campo da baseball. Anche davanti al Foro Boario ieri mattina si trovavano, accanto ai cassonetti di nuova generazione, buste dall’indifferenziata e cartoni. Nel centro storico e dintorni colpisce, invece, quello che si trova all’interno dei cassonetti stessi, vale a dire una gran confusione tra rifiuti differenziati e indifferenziati.
A più di due anni dalla ‘novità’ dei cassonetti intelligenti, molti sembrano avere ancora difficoltà nell’utilizzarli in maniera appropriata. Il problema era venuto a galla subito, il nuovo sistema non è risultato di immediato utilizzo, tanto che alcuni assessori, e pure Sei Toscana, avevano messo in rete dei tutorial per spiegare ai cittadini come usarli correttamente. Sono passati diversi mesi, di mezzo c’è stata anche una pandemia, ma il sistema non è entrato a pieno regime. Così, basta aprire uno dei cassonetti, ad esempio, della plastica per riconoscere senza sforzo buste di rifiuti indifferenziati. Accade in via Guadagnoli (zona alle quale si riferiscono le foto del servizio nda) ma la musica è la stessa ovunque sia stato adottato il cassonetto ‘intelligente’.
Si è cercata una spiegazione al fenomeno argomentando che la ‘bocca’ del cassonetto dedicato alla indifferenziata sarebbe troppo stretta. In realtà, l’intento era proprio quello di incentivare a separare i rifiuti, facendo sì che la parte indifferenziata fosse quella minoritaria. Anche per queste imperfezioni nel sistema di raccolta, Arezzo è ben lontana dall’obiettivo del 70% di raccolta differenziata. Proprio pochi giorni fa il rapporto di Legambiente certificava una percentuale attorno al 49% nel 2020; sembra che nel corso di quest’anno le cose siano leggermente migliorate, il tasso dovrebbe essere salito al 58%, ma il traguardo resta lontanissimo.