DIEGO D’IPPOLITO
Cronaca

Arezzo: casa per anziani 'fuorilegge', scatta la chiusura

Ospitava persone non autosufficienti: prima la verifica della Municipale poi l’ordinanza del sindaco Alessandro Ghinelli

Agenti della polizia municipale (Foto di repertorio)

di Diego D’Ippolito

Ospitava dieci anziani, la maggior parte non autosufficienti e senza l’autorizzazione prevista dalla legge regionale. Per questo motivo ad una residenza per anziani di Arezzo, dopo un controllo della polizia municipale, è stato richiesto con un’ordinanza del sindaco di chiudere e trasferire altrove i dieci ospiti. Tutto è iniziato nei primi giorni di marzo con un sopralluogo da parte degli agenti guidati dal capitano Aldo Poponcini, in una struttura a pochi passi dal centro della città.

"In assenza di specifica autorizzazione al funzionamento, siamo in presenza di una situazione di pericolo per gli ospiti della struttura in quanto privi dei necessari requisiti di assistenza socio-sanitaria e si ritiene pertanto necessario procedere alla chiusura della struttura", si legge nell’ordinanza contingibile ed urgente firmata dal sindaco Alessandro Ghinelli. Venti i giorni che sono stati dati al rappresentante legale per la ricollocazione degli ospiti. Ad oggi, trascorso il periodo di tempo concesso per adempiere all’ordinanza, la struttura risulterebbe essere vuota. Un fatto che apre ad un capitolo davvero complesso e che diventerà con una aspettativa di vita alta, sempre più prioritario.

L’universo dell’accoglienza degli anziani è molto vasto, ma necessita innanzitutto fare una distinzione tra strutture accreditate e quelle non accreditate. L’accreditamento è strettamente necessario qualora vengano ospitati degli anziani non autosufficienti, in caso contrario scatta la violazione. "I passaggi per ottenere l’accreditamento - spiega Evaristo Giglio, direttore della zona distretto aretina - sono: la richiesta alla conferenza dei sindaci che esprime un parere non vincolante, e poi la richiesta alle Usl che necessita il rispetto di parametri molto vincolanti". Fatto l’accreditamento, la Rsa entra in una sorta di tabulato regionale ed in sostanza un anziano residente in Toscana può decidere di andare in una residenza che si trova in un comune diverso dal suo, ma comunque nella stessa regione. L’impegno economico per accedere a una struttura è diviso in due quote, una sanitaria, sostenuta dalla Asl fino ad un tetto stabilito, "l’altra è sociale: paga il cittadino se le condizioni economiche glielo permettono altrimenti interviene il comune di residenza", sottolinea Giglio. Per accedere alla Rsa il cittadino deve fare una richiesta alla Usl che attraverso una valutazione di tipo sanitario e sociale decide se ci sono dei parametri per entrare in graduatoria. "Dopodiché i servizi sociali della Usl chiamano l’utente".

In attesa che scorra la graduatoria un anziano può alloggiare in una struttura che mette a disposizione posti "privati", pagando quindi la quota per intero. Poi c’è tutto un mondo di strutture private e non accreditate che ospitano anziani autosufficienti. Se pero’ a seguito di una indagine emerge che in tali strutture risiedono anziani che che necessitano di una adeguata assistenza socio-sanitaria ecco che si può arrivare alla chiusura. A preoccupare è dunque tutto quel mondo di residenze non accreditate, "non è semplice definire in un anziano il momento esatto in cui non è più autosufficiente", spiega Giglio.