
di Laura Lucente
A marzo chiuderà i battenti della sua bottega gastronomica, un piccolo ma fornitissimo market nel cuore di Camucia sotto al porticato di via Gramsci. Il già difficile periodo pandemico, unito agli aumenti incontrollati dell’energia e delle materie prime non permettono di avere margini per tenere in piedi questa avventura imprenditoriale. "È una scelta che faccio a malincuore, ma inevitabile – racconta Emanuele Meucci che insieme alla sua famiglia l’ha rilevata e la gestisce da un anno e mezzo – Un negozio alimentare che compra e vende con ricarichi minimi, visto che altrimenti non può minimamente essere competitivo con la grande distribuzione, non ce la fa ad andare avanti in queste condizioni. Le bollette sono schizzate, sia le mie (siamo passati dai 700-800 euro ai 1600-1700 euro a bimestre) sia quelle dei miei clienti, tutte persone normali che devono arrivare a fine mese con pensioni spesso base o stipendi risicati. Oggi sono costretti a risparmiare anche sul bene primario come il pane, la pasta. Noi offrivamo nel nostro negozio prodotti più particolari, di qualità che oggi sempre meno persone possono permettersi. Era il nostro fiore all’occhiello su cui avevamo riposto molte speranze ed energie, ma oggi non è più possibile".
Meucci sceglie di sacrificare "La Bottega della Braceria", aperta con entusiasmo durante il secondo difficile lockdown per dare ai suoi dipendenti un’occasione di lavoro, per concentrarsi maggiormente sull’altro progetto imprenditoriale di famiglia, il ristorante "La Braceria", specializzato nella cucina della carne. Il locale è stato aperto a settembre 2019 proprio a ridosso del periodo di emergenza da Covid-19. "Nemmeno al ristorante le cose sono semplici – racconta con un pò di sconforto Emanuele – e le spese sono da capogiro". Se nel 2021 la bolletta dell’energia si aggirava tra le 1800 e i 2200 euro, a dicembre La Braceria si è vista recapitare un bollettino da 4100 euro. "Con queste cifre programmare investimenti diventa difficile e anche pianificare il quotidiano sembra impossibile. Per cercare di tenere botta non mi sono mai fermato. Durante il primo periodo di chiusura obbligata ho scelto di investire su macchinari molto costosi per la frollatura della carne. L’estate scorsa ho investito altri 70 mila euro per organizzare un giardino". Meucci dà lavoro oggi a 7 dipendenti.
"Non voglio farmi spegnere l’entusiasmo ad appena 35 anni. Ho tanti progetti nel cassetto e spero di realizzarli. Ho voglia di ampliarmi e di dare occasioni di lavoro ad altre persone, ma in questo momento anche solo pensarci mi fa paura e chi deve prendere decisioni per noi, spesso non sa realmente quali sono le nostre reali problematiche". "La storia racconta da Meucci della Braceria è la storia di tanti imprenditori che con sacrificio hanno continuato ad investire nelle loro imprese – commenta Lucio Gori di Confesercenti – ma che la crisi della capacità di consumo delle famiglie o comunque di profonda incertezza e l’aumento spropositato dei costi energetici e complessivamente delle materie prime, rischiano seriamente di mettere in ulteriore grave difficoltà. L’attesa è ora quella di conoscere la reale consistenza delle misure adottate dal Governo per verificare se avranno la reale capacità di sostenere le imprese".