Capolinea via Fiorentina, sì o no entro le 24

Maxi-cantiere: ultima proroga concessa alla ditta, oltre c’è la risoluzione del contratto. Riparte da lunedì l’intervento di via Filzi

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di Alberto Pierini

AREZZO

Gli orologi si erano fermati alle 24 di una settimana fa, quando l’ultimatum alla ditta vincitrice dell’appalto in via Fiorentina era scaduto. Magicamente le lancette hanno ripreso a correre. Lo annuncia il sindaco Alessandro Ghinelli su Radio Fly, lo conferma a ruota Marco Sacchetti, l’assessore finito nella cabina di regia anche delle grandi incompiute: l’area Lebole e proprio il maxi-cantiere da almeno sei milioni di via Fiorentina.

Ma i tempi sono stretti, anzi di più. Le 24 di oggi. Una odissea che rotola da una mezzanotte all’altra ma che sembra precipitare nella notte fonda. Perché o l’autografo per la partenza del cantiere sarà vergato entro la fatidica ora di Cenerentola o a quel punto non potrà che partire la procedura per la risoluzione del contratto.

Ci sono possibilità che non la notte ma la mezzanotte porti consiglio? Forse qualcuna sì’ ma sulle dita di una mano. Ed è appesa al decreto aiuti annunciato nelle ultime ore dal Governo. Tra l’altro prevede misure per consentire la prosecuzione della realizzazione delle opere pubbliche avviate: e in pratica sono finanziamenti e risorse destinate a fronteggiare il caro materiali. Per ora la cifra stanziata è di circa 5 miliardi tra il 2022 e il 2023. Si parla di una quota d rimborso fino al 90% degli aumenti sopportati ma si tratta di capire se davvero le risorse stanziate basteranno. E anche quanta voglia abbiano i protagonisti di rischiare.

La scommessa più quotata è che si vada di fronte ad un’altra mezzanotte in fumo: ma mai dire mai. Certo a quel punto l’unica forbice si aprirebbe per definire la risoluzione del contratto: consensuale per non farsi inutilmente male o, peggio, con possibili contenziosi? E’ il passaggio che deciderà sul secondo tempo o se preferite sul piano B: un altro bando, un’altra gara d’appalto.

"Certo è chiaro – spiega Sacchetti consapevole di non sbilanciarsi in una gran previsione – che i tempi si allungherebbero molto". O forse no: perché in Comune comincia a farsi strada l’ipotesi di sbrogliare la matassa, rinunciare alla grande opera prevista che prevede anche il ribassamento della tangenziale e limitarsi ad una bella rotatoria. Economica e dai tempi di realizzazione minori.

Si disegna invece uno squarcio nelle nuvole sulla caserma dei vigili di via Fabio Filzi. Era finita in stand by anche lei, pur trattandosi di un intervento partito davvero e da ottobre. Motivo? La mancanza dei ponteggi. "Mi hanno assicurato – risponde lo stesso Sacchetti – che il cantiere riaprirà lunedì: quindi il problema è risolto". Non tocca ferro: un po’ perché stavolta la mossa dovrebbe essere certa e un po’ per evidente mancanza della materia prima.

Ferro, acciaio, tondelli e simili sono il grande ostacolo ai cantieri, a cominciare da quelli più impegnativi.

E di ferro ce ne vuole proprio tanto nella doppia canna del Baldaccio, tutto quello necessario al secondo tunnel. Per ora le assicurazioni sono promettenti. Perché qui non c’è solo un orologio carico ma una sveglia gigante, pronta a suonare a distesa nel mese più silenzioso dell’anno: agosto. Perché alla luce del traffico ferroviario lo sfondamento della seconda canna può essere fatto solo allora, parola di Ferrovie dello Stato.

E perdere quel treno (sì, può succedere perfino sui binari) significherebbe uno slittamento ad un’altra estate, quella del 2023. Immaginatevi di arrivare in spiaggia e sentire il bagnino darvi appuntamento all’anno dopo. Un incubo: con la sveglia lanciata per la rabbia in mare.