MONTEVARCHI
Cronaca

Caos al Gioco del Pozzo. Lancio di oggetti in campo: niente finali, vincono i Gialli

Il clima è degenerato sabato quando un parapiglia ha acceso gli animi. Gli spettatori che chiedono il rimborso dei biglietti. La condanna di Chiassai.

Caos al Gioco del Pozzo. Lancio di oggetti in campo: niente finali, vincono i Gialli

Il clima è degenerato sabato quando un parapiglia ha acceso gli animi. Gli spettatori che chiedono il rimborso dei biglietti. La condanna di Chiassai.

di Maria Rosa Di Termine

Lo spettacolo non deve proseguire per forza anche se è uno degli eventi centrali delle Feste Perdono . Ne sono convinti i giocatori di tre dei quattro quartieri cittadini, San Lorenzo, Sant’Andrea e San Francesco, che con una decisione senza precedenti da quando a fine anni ‘80 furono istituite le disfide in costume del Gioco del Pozzo, si sono rifiutati di disputare la partita per il terzo e quarto posto e la finalissima. Morale della favola, la "mezzina" e il gonfalone sono stati assegnati all’unica squadra che domenica sera ha risposto "presente" alla chiamata dell’Araldo, i gialli di Santa Maria.

Una scelta, quella di assegnare la vittoria a tavolino se l’avversario diserta, consueta nello sport, ma che stavolta ha sollevato polemiche a raffica tra il pubblico in tribuna con relative richieste di rimborsare i biglietti. E’ l’epilogo inatteso di una vicenda iniziata sabato scorso durante le semifinali quando si affrontavano San Lorenzo e Santa Maria. Dalle ricostruzioni, con tanto di "Var" perché c’è anche un video dell’accaduto, due persone già identificate hanno lanciato da bordo campo e dagli spalti una bottiglia di vetro e un bicchiere di terracotta, utilizzato nelle taverne allestite in via Roma in ossequio al tema medievale dei festeggiamenti montevarchini. I frammenti di coccio, come spiega il sindaco Silvia Chiassai, hanno colpito due bambini, fortunatamente senza conseguenze.

Episodio che, unito ad alcune successive schermaglie non certo all’insegna del fair play tra gli atleti, ha indotto la commissione disciplinare subito convocata a espellere due giocatori ribadendo l’imperativo di rispettare le regole e le norme di sicurezza. È stata proprio la prima cittadina all’inizio delle finali dell’altra sera ad annunciare le sanzioni comminate da arbitri, maestro di campo e presidente della Rievocazione storica. Tre squadre però hanno deciso di non giocare appellandosi ai principi di impegno morale e a valori etici fondamentali per assicurare che ogni incontro "rimanga un momento di festa e di unione, piuttosto che una semplice sfida agonistica".

E hanno aggiunto la richiesta di regole chiare garantendo ai partecipanti, tutti volontari, una competizione leale, onesta e sicura. Posizione definita dall’amministrazione comunale, amareggiata per quanto successo e autodefinitasi parte lesa, "legittima ma non condivisibile" perché non sono state accettate le decisioni dell’organismo di disciplina "come avviene sempre in tutti gli sport".

Al tempo stesso la sindaca ha sottolineato la necessità di "una profonda riflessione sul futuro del Gioco del Pozzo", a partire dai promotori, iter che "doveva già essere affrontato probabilmente l’anno scorso" dopo il violento alterco tra uno spettatore e un atleta, "perché una tradizione così vera e sentita, deve continuare a rimanere un patrimonio dell’intera comunità".

Quanto alla richiesta di rifondere gli spettatori, Palazzo Varchi precisa che spetterà alla Rievocazione storica, titolare di vendita e incasso dei tagliandi far sapere come vuol procedere. Parole che non hanno evitato all’esecutivo le critiche del Partito democratico. In una dura nota chiede quale sia stato il piano adottato per la sicurezza, cosa non abbia funzionato nell’organizzazione e definisce inaccettabile che "un evento, tra l’altro a pagamento, sia mal gestito e metta a rischio l’incolumità dei cittadini".