Cade in clinica dal letto e muore a 42 anni: due sotto inchiesta per omicidio colposo

Aveva subito un intervento alla testa e stava facendo riabilitazione: indagati, il medico e il fisioterapista. Era di Pieve Santo Stefano

Ospedale

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Arezzo, 7 novembre 2019 - Cade dal letto della clinica e muore qualche giorno dopo. Sotto inchiesta, con l’accusa di omicidio colposo, ci sono un medico e il fisioterapista che si sono occupati di lui. La vittima è Giuliano Romagnoli, un 42enne originario di Città di Castello, ma residente a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. La tragedia risale al 30 settembre scorso.

L’uomo aveva subito un grave intervento alla testa, un’operazione delicata che era però riuscita con successo. Il passo successivo era stato quello della riabilitazione che si presentava piuttosto lunga. Così era stato trasferito in una clinica riminese dove aveva cominciato la fisioterapia che sembrava procedere molto bene.

Fino al 30 settembre, quando, secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, il 42enne – informatico, padre di una figlia ventenne e attualmente gestore di un bar nella riviera romagnola – era caduto mentre il fisioterapista lo stava riposizionando sul letto. Una caduta apparentemente banale, l’uomo aveva battuto il volto e aveva riportato delle lesioni al naso che non sembravano però particolarmente gravi.

Anche se il paziente non aveva mai perso conoscenza, considerato il complicato intervento chirurgico a cui era stato sottoposto, la dottoressa aveva richiesto comunque una tac per accertarsi che non ci fossero problemi, e il radiologo aveva programmato l’esame per il giorno successivo. Le sue condizioni non destavano quindi alcuna preoccupazione, e nessuno si aspettava che durante la notte la situazione si aggravasse improvvisamente. A tal punto che il mattino dopo e ra statro trasportato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena.

Qui era stato sottoposto a una serie di accertamenti che avevano rilevato una gravissima emorragia cerebrale. I medici avevano tentato di tutto per salvargli la vita, ma non c’era stato nulla da fare e il 3 ottobre l’uomo era morto. I familiari sconvolti avevano chiesto chiarimenti, sapevano della caduta nella clinica riminese e decisi a scoprire come erano andate le cose, avevano presentato un esposto in procura.

Le indagini erano partite immediatamente e lo stesso procuratore della Repubblica, Elisabetta Melotti, aveva disposto subito l’autopsia, effettuato dopo la donazione degli organi decisa dalla famiglia.

Il magistrato aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo che vede attualmente due indagati: la dottoressa che aveva preso in carico il paziente subito dopo la caduta, difesa dall’avvocato Maurizio Ghinelli, e il fisioterapista che si stava occupando di lui, rappresentato dall’avvocato Tiziana Casali.

Quello che l’inchiesta sta cercando di accertare è se ci sia un nesso causale tra la caduta del Romagnoli e il decesso. Se sia stato cioè quell’incidente a provocare l’emorragia che l’ha ucciso, o se invece, essendo reduce da un’operazione alla testa, sia stata provocata dal problema originario.

Un accertamento tutt’altro che semplice, per questo dopo l’autopsia, a quanto pare non così risolutiva, il pubblico ministero ha disposto un supplemento di perizia e oggi verrà dato l’incarico all’esperto che dovrà scoprire cosa abbia provocato questa tragedia.