Buca killer, muore in carrozzina. Due manager a processo. Il pm: "Nessuna vigilanza"

Un giovane cade nell’avvallamento della piazza. Rinviati a giudizio due dirigenti del global service incaricato della manutenzione. In aula anche il direttore aretino. L’accusa: omicidio colposo.

Buca killer, muore in carrozzina. Due manager a processo. Il pm: "Nessuna vigilanza"
Buca killer, muore in carrozzina. Due manager a processo. Il pm: "Nessuna vigilanza"

Ci sarà un processo per la morte di Niccolò Bizzarri, lo studente di 21 anni disabile che morì nel gennaio del 2020 per le conseguenze di una rovinosa caduta dalla sua carrozzella che rimase impuntata in una buca di piazza Brunelleschi, davanti alla facoltà di Lettere che il giovane frequentava. Ieri mattina, il gup Angela Fantechi ha rinviato a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, due figure apicali di Avr, il Global service che ha l’appalto della manutenzione delle strade del Comune di Firenze. Il giudizio comincerà il 4 giugno dell’anno prossimo, davanti al giudice Pagliai. La buca "killer" era lì da sette anni, secondo le indagini della procura, ma la società Avr, titolare del contratto con il Comune di Firenze per la manutenzione del tratto di strada in questione, non avrebbe fatto il suo dovere.

All’addetto alla sorveglianza di Avr, Domenico La Fata, 51 anni, residente a Pistoia, la procura contesta di aver omesso di verificare il cattivo stato di manutenzione di piazza Brunelleschi. Per il pubblico ministero Alessandra Falcone, quel tratto della piazza necessitava di un intervento "urgente e risolutivo", considerato anche il grande transito di auto e pedoni di quell’angolo di città.

L’altro presunto responsabile, sempre secondo l’accusa, è Andrea Cardile, 45enne di Arezzo con la qualifica di direttore del servizio per Avr, che non avrebbe "espletato il servizo di sorveglianza tecnica e monitoraggio in maniera corretta".

È invece fuori dal processo un dipendente del Comune (un ingegnere di Palazzo Vecchio, responsabile del “dec“, direttore dell’esecuzione del contratto, Manutenzione stradale quartiere 1 e Global Service), la cui posizione era stata archiviata dopo un interrogatorio. Ma inizialmente, l’indagine sulla morte di Bizzarri era stata ancora più ampia e aveva coinvolto anche i sanitari dell’ospedale di Santa Maria Nuova.Niccolò, subito dopo la caduta, era arrivato al pronto soccorso in condizioni che non sembravano preoccupanti. Tanto da essere dimesso. Ma dopo aver lasciato l’ospedale, ebbe un improvviso aggravamento. Passarono sette ore tra la caduta e la morte. Tuttavia, nè il pm, nè il giudice che ha disposto l’archiviazione, hanno ravvisato condotte colpose. La storia di Niccolò commosse tutti. La sindrome di Duchenne lo aveva costretto sulla carrozzina, ma sorretto da una grande forza di volontà frequentava le lezioni per la laurea in Lettere antiche. Passava di lì quasi tutti i giorni, e anche il 13 gennaio 2020, intorno alle 13.30, si stava dirigendo verso via Alfani. Una ruota s’incastrò nell’affossamento, la carrozzella si ribaltò, il 21enne finì a terra frontalmente. La famiglia Bizzarri è assistita dall’avvocato Francesco Bevacqua.

Stefano Brogioni