REDAZIONE AREZZO

«La tassa dei fossi va pagata». Ma piovono ricorsi

Muro contro muro tra il Consorzio e i contribuenti che continuano a opporsi al balzello

bonifica

Arezzo, 4 aprile 2015 - E' sempre il solito muro contro muro. Mentre i contribuenti vanno dritti per la loro strada e continuano a fare ricorso contro la tassa dei fossi, il Consorzio di Bonifica resta saldo nelle sue posizioni e insiste: «Il tributo chiesto è legittimo». È questo il commento del presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno, Paolo Tamburini, dopo le sentenze favorevoli non soltanto in Commissione Tributaria Regionale, ma di recente anche in quella Provinciale. Sono infatti due le sentenze della Commissione Tributaria Provinciale che danno ragione al Consorzio. «Con entrambe le sentenze del 10 marzo, i ricorsi, entrambi di due singoli cittadini, uno relativo ai tributi del 2009, l’altro al 2010, sono stati rigettati dalla Commissione», continua Tamburini. Ma nonostante questo gli avvocati di Confedilizia che da anni seguono i ricorsi collettivi di molti aretini, stanno preparando due grossi nuovi procedimenti.

I cittadini in sostanza continuano a fare ricorso contro l’odiato balzello. Saranno una sessantina i contribuenti che ricorreranno contro l’ente di bonifica in due procedimenti collettivi curati dagli avvocati di Confedilizia pronti da depositare in commissione provinciale. «Siamo in attesa di conoscere le motivazioni dei ricorsi vinti in primo grado dal Consorzio», dicono gli avvocati di Confedilizia che dal 2009 ad oggi si battono contro la tassa sui fossi vincendo decine di ricorsi collettivi di oltre 2mila contribuenti. Così se il Consorzio di Bonifica resta uno degli organi più impopolari tra i cittadini, il muro contro muro procede e vede da una parte i contribuenti che fino ad oggi hanno vinto quasi sempre in primo grado e dall’altra il Consorzio a cui invece la commissione tributaria regionale ha dato ragione in alcuni casi. In due episodi in appello per la prima volta i ricorrenti sono stati anche condannati a pagare le spese di processo. Complessivamente 20 i ricorsi che sono stati portati in appello, tutti per 26mila euro di tributi relativi al 2009, in rappresentanza di 627 consorziati, molti raggruppati. Nel corso del 2014 sono stati 15 quelli dibattuti dalla Commissione regionale per 431 ricorrenti. Tutti hanno avuto esito positivo per il Consorzio. Molte sentenze sono già passate in giudicato. Per difendersi, il Consorzio ha dovuto spendere 36mila euro.

«Quando i ricorsi vengono discussi, viene sempre legittimata l’immissione del ruolo da parte del Consorzio - insiste Tamburini - e per chi non paga ci sono le cartelle di Equitalia». «A non pagare si fa danno alla collettività e poi si paga anche con gli interessi», aggiunge il direttore generale del Consorzio, Francesco Lisi. «Il tributo chiesto - conclude Tamburini - è per svolgere una precisa attività istituzionale che lo Stato e la Regione ci hanno assegnato e non solo è legittimo, ma utile per l’ambiente». Non la pensano così molti cittadini che ricorrono in massa. Prossimo capitolo con i nuovi ricorsi collettivi in commissione provinciale a maggio.