Bimba morta in auto, assaliti dalle offese i genitori chiudono il profilo Facebook

La gente sconvolta. "Lì i vigili passano fissi, stavolta destino ha voluto non succedesse". La donna era uscita per un caffè, ma la memoria non l'ha soccorsa

Il luogo dell'incidente

Il luogo dell'incidente

Arezzo, 9 giugno 2017 - Ha chiuso il suo profilo Facebook Ilaria Naldini, la mamma indagata per omicidio colposo dopo aver dimenticato la figlia all'interno della sua auto, posteggiata davanti al comune di Castelfranco), dove la bimba è morta. Il profilo della donna era stato assalito da commenti di ogni genere per questo la donna ha optato per la cancellazione completa così come ha fatto il marito Adriano Rossi.

Proprio ieri sera l'avvocato della coppia Andrea Frosali, in una nota stringata, aveva richiamato tutti sulla necessità di riportare il caso alla sua «giusta luce». Oggi ha preferito non aggiungere alcun commento. Sui social si sono scatenati commenti che hanno preso di mira altre tre omonime della mamma valdarnese, peraltro tutte residenti nella stessa zona e più o meno della stessa età, che hanno inoltrato proteste accalorate sia a Facebook sia ai media local. Un assalto quasi senza precedenti e di particolare violenza nei confronti di una donna vittima comunque di una terribile amnesia e che sta pagando un prezzo carissimo a questa tragedia. 

Castelfranco è allibita il giorno dopo la tragedia di Tamara. Il posteggio è a disco orario e di solito controllato dagli agenti della polizia municipale che spesso staccano multe per chi sgarra. «Ci lamentiamo quando controllano - prosegue una passante - ma avrei pagato chissà quale cifra se facendomi una contravvenzione avessero scorto la piccina sul seggiolino chiusa in auto».

Le fa eco un’altra signora: «Il destino è stato davvero crudele con quella mamma convinta che la sua creatura si trovasse tranquillamente a giocare all’asilo».

E c’è pure chi racconta che Ilaria Naldini è uscita per la pausa caffè, fermandosi anche dal fornaio e, sicura di aver accompagnato la figlioletta al nido, non ha girato lo sguardo alla Ypsilon in sosta poco lontano.

È indagata per omicidio colposo Ilaria Naldini, la mamma 38enne di Terranuova Bracciolini che ieri ha dimenticato in auto la figlia di sedici mesi che è morta dopo sei ore di permanenza nell'abitacolo surriscaldato della Lancia Y posteggiata sotto il sole davanti al comune di Castelfranco di Sopra dove la donna lavora. Il pm Andrea Claudiani ha escluso l'ipotesi d'accusa di abbandono di minore non avendo rilevato, dalla ricostruzione dei fatti, alcun dolo nell'operato della donna.

Oggi, presso l'ospedale valdarnese della Gruccia, sarà effettuata l'autopsia sul corpicino di Tamara per capire le esatte cause della morte. La donna, dipendente comunale, ieri è stata ascoltata dai carabinieri e dal magistrato fino alle 21.00, in presenza del marito Adriano Rossi e del legale Andrea Frosali. Ricostruiti, in particolare, secondo quanto appreso, gli attimi fatali che l'avrebbero portata a dimenticare la bambina (unica figlia della coppia) in auto anziché accompagnarla al nido.

LA DINAMICA È salita in macchina, ha messo la retromarcia, si è voltata per fare manovra. E ha visto. Ha visto la sua bambina, 18 mesi appena, riversa sul seggiolino. Morta. Stroncata dal caldo dopo ore passate in auto sotto il sole cocente. L’urlo straziante della madre è l’epilogo della tragedia di Castelfranco di Sopra, un piccolo paese del Valdarno aretino già in odor di Firenze.

La piccola si chiamava Tamara Rossi, figlia unica di Adriano, dipendente di Prada, e di Ilaria. Ilaria Naldini ha 38 anni ed è segretaria comunale a CastelfrancoPiandisco’ e a Terranuova, il paese dove risiede con il marito. Proprio qui, a Terranuova, avrebbe dovuto lasciare la bimba al nido, di primo mattino. Non lo ha fatto, se n’è dimenticata.

Tamara dormiva e non faceva un fiato, la mamma ha proseguito verso Castelfranco con la testa già al lavoro, convinta che la figlia fosse al sicuro. Dirà a una collega d’ufficio nel corso della mattinata: «Alle 16 vado a riprendere la mia piccolina». Ma torniamo un passo indietro. In paese Ilaria parcheggia la sua vecchia Lancia Y nella piazza centrale intitolata a Vittorio Emanuele e sale le scale del Comune. Saranno state le 8,30 o giù di lì, circa sei ore dopo Ilaria stacca, va tranquilla verso l’auto, sale, si volta e scopre che da ora in poi la vita per lei non sarà più la stessa.

Drammatiche e concitate le fasi successive. Sbanda la Y10 in retromarcia mentre Ilaria al volante è inebetita, accorre un ragazzo che riesce a fermare l’auto. Poi è la stessa mamma a estrarre Tamara dal seggiolino, arriva un imprenditore del posto, pratica un massaggio cardiaco, Ilaria fa alla figlioletta la respirazione bocca a bocca.

È il direttore della filiale di Banca Valdarno, che stava rientrando in ufficio dalla pausa pranzo, a descrivere la scena. È lui che chiama il 118, gli dicono di usare subito il defibrillatore, installato in piazza in una postazione fissa. Ma è il macchinario stesso che dice stop, inutile continuare, la bimba è ormai morta. «I colpi di calore sono così – dirà più tardi il responsabile del 118 Massimo Mandò che è anche un amico di famiglia – non lasciano scampo perché si va in asistolia e il cuore collassa».

Cala il silenzio sul piccolo paese, lacerato soltanto dalle urla disperate di questa giovane donna che ha conosciuto l’inferno. «Amorevole, innamorata della figlioletta che tanto aveva atteso, apprezzata nel lavoro», così parla di Ilaria una collega che la conosceva bene. «Una mamma». Una mamma che adesso è indagata per omicidio colposo, atto inevitabile in situazioni come queste.

La donna è stata portata in caserma per essere ascoltata, ne è uscita sottobraccio al marito Adriano e al sindaco di Castelfranco Enzo Cacioli. Mancava poco alle 16 e proprio all’ora in cui pensava di dover riprendere Tamara al nido, Ilaria è stata accompagnata all’ambulanza dove la figlioletta si era addormentata per sempre. Altro strazio, altre grida a punteggiare un maledetto mercoledì irreale. Più tardi è arrivato il pubblico ministero Andrea Claudiani, titolare delle indagini.

Ma in verità ci sarà poco da indagare tanto la tragedia appare chiara nella sua assurdità. «Non mi sono accorta, non l’ho vista», ha detto la donna al magistrato, testimonianza di un totale black out. Tragedia umana che Ilaria quasi sembra presagire in uno degli ultimi post pubblicati su facebook nel quale rilancia un articolo dal titolo che pare una profezia: «Maternità e lavoro, perché le donne non ce la fanno più».