
Paolo Bertini ex arbitro aretino
Arezzo, 23 marzo 2015 - Paolo Bertini, da buon arbitro, aspetta i tempi supplementari: condannato per Calciopoli, non si arrende e cerca la riabilitazione in cassazione. E' l’ultimo atto dopo il quale o la sentenza diventa definitiva o si riparte con un nuovo processo in appello. Chi era dunque Bertini ai tempi in cui passava per uno dei migliori arbitri della serie A, uno dei pochi con la qualifica di internazionale: un ingranaggio del sistema Moggi, ammesso sia esistito, come dicono le due sentenze di Napoli, o uno, come lui proclama, finito dentro una storia più grande di lui con la quale sono stati regolati conti occulti dentro il calcio che vale? Bertini è convinto della sua innocenza e ha rinunciato in appello alla prescrizione. Per i Pm napoletani l’arbitro era il titolare di una delle sim svizzere regalate da Moggi e con le quali Big Luciano avrebbe tenuto i contatti con i suoi fedelissimi. Inutile dire che Bertini ha sempre negato di averne mai avuta una, i due verdetti gli danno torto. Stamani il suo avvocato Mauro Messeri, suo cugino, cercherà di dimostrare l’illogicità delle sentenze di condanna, sia pure con la seconda che ridimensiona la prima: un anno e mezzo in primo grado e solo dieci mesi (ma bruciano anche quelli) in appello. L’udienza in cassazione sarà lunga. Sentenza, se arriva oggi, a tarda ora.