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Bertelli: "Anch'io angelo del fango". E salva Vasari nel nome della sua infanzia

Il patron di Prada spiega davanti a Mattarella perché abbia recuperato il capolavoro rovinato dall'alluvione. "Vivevo davanti alle Logge Vasari, giocavo a pallone lì sotto"

Bertelli a Firenze con il presidente della Repubblica

Arezzo, 5 novembre 2016 - «Sono nato in Piazza Grande, la mia casa di famiglia è a dieci metri dalle Logge del Vasari così quando il FAI (Fondo Ambiente Italia) mi ha segnalato che l’Ultima Cena di Giorgio Vasari, danneggiata dall’Alluvione di 50 anni fa, aveva bisogno di un finanziamento per l’ultima fase dei restauri da parte dell’Opificio delle Pietre Dure, ho subito capito che dovevamo intervenire con un sostegno da parte della mia azienda, Prada. Oggi sono felice ed emozionato per la restituzione di questo capolavoro all’Italia e al mondo».

Anche uno tosto come Patrizio Bertelli, fondatore con la moglie Miuccia Prada di una delle aziende del lusso internazionale tra le più creative e prestigiose, si emoziona durante la ricollocazione nel Museo dell’Opera di Santa Croce del capolavoro che Vasari ha dipinto nel 1546 che è stato oltraggiato dal fango il 4 novembre 1966 e curato dai restauratori dell’Opificio grazie al finanziamento per la parte pittorica di 350.000 euro donati da Prada,. protagonista di questa riscoperta di bellezza insieme a Protezione Civile e Getty Foundation.

Alla cerimonia ieri c’era il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha salutato privatamente Bertelli pochi minuti prima dell’inizio dei discorsi ufficiali davanti al sindaco di Firenze Nardella, all’Arcivescovo Giuseppe Betori e al ministro dei beni culturali Dario Franceschini, al sovrintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti che ha guidato tutto il prodigioso restauro.

L’amministratore delegato di Prada dopo la cerimonia parlando ad un pugno di giornalisti, dopo aver ribadito la necessità di aiutare lo Stato per la ricostruzione delle zone terremotate del Centro Italia da parte di tutti gli imprenditori piccoli medie grandi «perchè lo Stato siamo noi, i cittadini», ha raccontato alcuni particolari che testimoniano l’attaccamento alla sua città.

«Sono nato in Piazza Grande dove c’è la casa di famiglia e da bambino ho sempre giocato a pallone sotto le Logge del Vasari. Era il luogo dei nostri giochi prima che i genitori ci chiamassero in casa per le lezioni – racconta Patrizio Bertelli – e poi da più grande mi piaceva andare a bottega dal restauratore Rossi e li prendevo i colori e facevo il bracciante del restauro!».

Sorride Carlo Mazzi, presidente di Prada e amico di vecchia data dell’amministratore delegato. Bertelli svela anche un altro lato, finora sconosciuto, della sua storia personale. «Ricordo tutti i dettagli dell’Alluvione di 50 anni fa, e quei quindici giorni passati a pulire i libri dal fango alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Sì sono stato anch’io un Angelo del Fango», conclude Bertelli.

di Eva Desiderio