
Battaglia del Cile nell’inferno alcol "Se non smetto di bere muoio"
di Angela Baldi
In tasca un nuovo singolo pronto per essere lanciato sul mercato. Eppure Il Cile, il cantautore aretino, 41 anni, all’anagrafe Lorenzo Cilembrini, fa parlare di sè non per la musica ma per la dipendenza dall’alcol. Un outing fatto con un post sui social in cui affronta il problema che gli è quasi costato la vita. Una dipendenza che lo ha accompagnato negli anni, nonostante i successi conquistati con la sua musica. Il primo singolo Cemento Armato è un tormentone pubblicato 11 anni fa, ai tempi del primo album Siamo Morti a vent’anni e dell’apertura del tour dei Cranberries.
Poi un romanzo e altri due album: In Cile Veritas e La fate facile, accolti con entusiasmo da pubblico e critica. Ma Il Cile, autore tra gli altri per i Negrita e Loredana Bertè, vanta anche collaborazioni di successo, come quelle con i Club Dogo in Tutto ciò che ho e con J-Ax in Maria Salvador e Fiesta. C’è la vittoria del premio Sergio Bardotti come miglior testo del Festival di Sanremo 2013: ha partecipato tra le Nuove Proposte con Le parole non servono più.
Negli ultimi anni tantissime collaborazioni, fino al nuovo tormentone estivo con Katia Ricciarelli Tonight Mon Amour. A luglio, il ritorno con un nuovo singolo che anticipa l’uscita del quarto album. Ma proprio ora, Il Cile ha deciso di raccontare la sua dipendenza dall’alcol.
Quando hai capito che la situazione era grave al punto da rischiare la vita?
"Due anni fa in estate, ero a Garda con una ragazza che ha alimentato il mio lato autodistruttivo. A Gardaland da quanto avevamo bevuto, ci addormentammo sulle torri gemelle, dopo cena finimmo in un bar a bere. Ricordo di essermi risvegliato in ospedale, mentre tentavo di strapparmi il catetere. Il referto fu: "pancreatite acuta". Uscito di lì, ressi tre mesi sobrio poi ricominciai a bere. Il 31 agosto i medici mi hanno detto che non dovrò più toccare alcol a vita. E anche se può sembrare stupido, quando il dottore mi spiegava di pancreas e cronicità, usando termini ospedalieri, mi sentivo liberato da un peso enorme".
Cosa ti ha portato a bere in passato?
"Credo che il motivo primario del mio alcolismo sia la timidezza mista all’insicurezza: ho sempre usato gli alcolici per abbattere quella barriera di incapacità comunicativa e terrore del giudizio altrui che mi porto dentro dall’adolescenza".
Anche le tue canzoni spesso parlano di eccessi.
"Anche se nelle mie canzoni sono sempre incline a poca felicità e alla mortalità, non è giusto morire per una cavolata così come l’alcol. Se anche le mie canzoni non ispirano euforia, vorrei ancora scriverne un pò".
Come si esce dalla dipendenza da alcol?
"Quando ti dicono che puoi morire, messo davanti al bivio il tuo libero arbitrio sceglie la vita. Sto facendo una cura per la stabilizzazione dell’umore e continuerò a frequentare la terapista e lo psichiatra. Ci sono anche tante strutture pubbliche a riguardo, l’importante è capire che l’alcolismo è una malattia, e quando ne guarisci, sei un essere umano migliore".
Un modo per uscirne è stare concentrato sulla musica?
"Si, uscirò con un nuovo singolo che parla anche di questo".
Perché hai deciso di raccontare il tuo problema con l’alcol sui social?
"Vorrei spiegare ai ragazzi che non si deve avere paura di chiedere aiuto. A loro dico: se vi sentite schiavi di qualunque sostanza, siamo umani e finché non siamo sottoterra, abbiamo diritto a stare il meglio possibile".