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Bar e ristoranti in ginocchio: incassi a metà L’allarme di Confcommercio: "Perdite di fatturato dal 40% al 70%, senza un sostegno dal governo in autunno molti chiuderanno"

Fatturato dimezzato causa pandemia. Secondo le stime Confcommercio si va da una riduzione del 40% fino al 70% per i pubblici esercizi, ossia bar e ristoranti. Per la sopravvivenza è fondamentale un sostegno dal governo che potrebbe arrivare nel decreto legge di agosto. "Nella bozza ci sono alcune misure importanti che la nostra federazione nazionale Fipe-Confcommercio ha chiesto al governo per restituire ossigeno e speranza a bar e ristoranti, tra i più penalizzati dalla crisi da Covid-19", dice la vice direttrice dell’Ascom Catiuscia Fei.

"Anche se le imprese sono tutte operative, infatti, la situazione resta grave, con perdite medie di fatturato del 40% ma superiori al 70% in settori ancora fermi come catering e banqueting. Tanti locali lavorano solo nel fine settimana e i più grazie al fatto che dispongono di spazio all’aperto. Ma quando la bella stagione sarà finita, all’interno si dovranno fare i conti con uno spazio ristretto e il calo drastico di coperti imposto dalle regole sanitarie. E tra calo degli incassi e costi di gestione sempre uguali, molti potrebbero decidere di chiudere".

Tra le misure richieste e attese dalla categoria ci sono sgravi contributivi per ridurre l’impatto del costo del lavoro, proroga della cassa integrazione fino alla fine dell’anno, l’impegno ad intervenire sui canoni di locazione attraverso la proroga del credito d’imposta, l’istituzione di un fondo specifico per il settore e incentivi a chi consuma nei pubblici esercizi sotto forma del riaccredito del 20% di quanto speso con moneta elettronica. “E speriamo che il ministro dell’Economia valuti anche la proposta sulla deducibilità delle spese per i pasti fuori casa, avanzata da Fipe per venire incontro ai tanti consumatori che, spesso per esigenze di lavoro, sono costretti a mangiare fuori casa”, aggiunge Catiuscia Fei.

In provincia di Arezzo esiste una rete di 1700 pubblici esercizi, dei quali oltre 800 sono ristoranti, per un totale di circa 4mila lavoratori dipendenti. "È sempre stato un comparto vitale, segnato negli ultimi anni da una crescita del +18% nei centri più importanti – ricorda la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini (nella foto) – la battuta d’arresto causata dalla pandemia ora mette in forse l’esistenza di tante imprese. Salvarle però non è solo questione di occupazione ed economia: significa anche salvare i valori dell’accoglienza e del buon vivere italiano. Perché bar e ristoranti sono luoghi di socialità fondamentali".

f.d’a.