Baby gang, Montana via dalla città per spaccio

Al ventenne i carabinieri contestano cento episodi di cessione di droga anche nei confronti di minorenni. Walid si avvale della facoltà di non rispondere

Carabinieri

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Arezzo, 10 giugno 2022 - Una sorta di ’delivery’ dello spaccio: hashish, marijuana e cocaina a richiesta del cliente di turno: cento gli episodi ’monitorati’ nell’arco di pochi mesi anche se classificati come cessioni di ’lieve entità’. La droga che arriva a domicilio anche a minorenni: quando in casa, quando in piazza. Rakia Walid, vent’anni, agli arresti domiciliari con l’accusa di essere stato a capo della baby gang che per mesi ha terrorizzato la città, sarebbe stato anche un ’cavallo’ di spaccio.

E’ quanto ricostruito dai carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Arezzo – diretto dal colonnello Vincenzo Franzese – che, nelle ultime ore, hanno eseguito una misura cautelare di divieto di dimora in città emessa dal giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini su richiesta della procura della Repubblica. Walid non potrà tornare nella città della Giostra per un anno ma la misura scatterà solo quando verranno meno gli arresti domiciliari.

Una decisione in linea con quanto già stabilito dal gip di tenerlo alla larga dal capoluogo quando aveva concesso i domiciliari, al posto del carcere, ma a casa della madre nel nord Italia proprio per allontanare l’indagato dal fulcro dei suoi interessi illeciti. Estorsioni e rapine nei confronti di ragazzini ai quali venivano rubati soldi, cellulari, sigarette e cuffiette e, emerge adesso, anche detenzione ai fini di spaccio di droga.

L’indagine dell’Arma scatta nel 2021 con l’arresto, su ordinanza di custodia, di un rumeno maggiorenne ritenuto uno dei rifornitori di stupefacente della città. Finisce agli arresti e sviluppando i contatti anche tramite i cellulari e le celle telefoniche gli investigatori arrivano anche a Walid, il giovanissimo con cui, in un determinato periodo, aveva condiviso anche la residenza. Era lui – secondo la ricostruzione dell’accusa – a fare materialmente molte delle consegne per conto del rumeno.

Di lì la richiesta di misura cautelare accolta dal giudice. Sentito per rogatoria dal gip Walid si è avvalso della facoltà di non rispondere. La vicenda della baby gang esplode già nell’estate scorsa quando molti giovanissimi si rivolgono alle forze dell’ordine dopo essere rimasti vittime di pestaggi da parte della gang del trapper che aveva scelto come base della gang piazza San Jacopo tanto da indicare nei video il numero del codice postale di Arezzo e immortalare il suo gruppo con armi in pugno, seppur false, scimmiottando il Montana di Scarface a capo di un impero della droga.

Ma è l’aggressione nei confronti di un ragazzino disabile che porta alla ribalta l’allarme in città poi condito pure di polemiche politiche. Le indagini conducono a Walid, infanzia difficile, già al centro nell’epoca della scuola di episodi gravi di bullismo nei confronti dei compagni e poi il ruolo di ’bossetto’ locale alimentato a suon di video e taglieggiamenti.

Il ventenne finisce in cella e, qualche settimana dopo, lo stesso tribunale per i minorenni di Firenze usa la mano pesante nei confronti dei Montana boy. Ragazzini aretini, anche di seconda generazione, che avevano provato a scalare la catena di comando dimostrando azione violente anche in difesa del capo contro le forze dell’ordine. Nove le ordinanze, una ancora da eseguire, nei confronti di altrettanti ragazzi tra i 16 e i 17 anni.

Uno di questi è sospettato di essere stato anche nel gruppo che nei giorni scori aveva aggredito la cameriera filippina accoltellata in mezzo alla strada. Nei giorni scorsi ha fatto scalpore l’incontro in chat dei ragazzini della gang. Ore su Instagram per ribaltare sui social gli incontri della piazza che non c’è più