GAIA PAPI
Cronaca

"È un mercato sospeso". Squarcialupi punta l’evento e aspetta la prova del fuoco

La presidente di UnoAerre scommette sulla fiera malgrado la frenata del settore "Fino a marzo tutto bene, poi è arrivato lo stop. Lavoriamo nell’incertezza".

Squarcialupi,. presidente della storica azienda. analizza il quadro internazionale

Squarcialupi,. presidente della storica azienda. analizza il quadro internazionale

In un mondo sospeso tra crisi geopolitiche, guerre e instabilità economica, anche l’oro vive le contraddizioni del mercato globale. Ne parliamo con Maria Cristina Squarcialupi, presidente di UnoAerre, storica azienda orafa di Arezzo.

Presidente, quale è lo stato d’animo con cui si vive OroArezzo?

"Posso usare una parola ormai entrata nel gergo comune? ’Attapirati’. Il contesto è davvero difficile. Non è solo la politica economica degli Stati Uniti o i dazi: è il clima generale. Due guerre in corso che non sembrano destinate a finire presto. E in tutto il mondo stanno scoppiando focolai di guerra che non aiutano certo l’economia. Viviamo nell’incertezza."

Questa incertezza come si riflette sul vostro lavoro?

"È una situazione paradossale: sembra di essere tornati al periodo del Covid. Anche allora non si sapeva quanto sarebbe durata la pandemia, oggi invece siamo in balia delle scelte di un uomo, delle sue decisioni imprevedibili. È come un altro lockdown globale, ma politico ed economico. Non sappiamo quanto durerà e questo pesa sulla pianificazione".

Qual è l’umore del mercato? Come si stanno comportando i buyer?

"A livello internazionale si percepisce un’attesa sospesa. È una edizione della fiera molto attendista, purtroppo. Vicenza ha dato buoni risultati, ma c’è molta prudenza. Il 2024 era iniziato benissimo per Unoaerre, i primi tre mesi del 2025 sono stati ottimi, poi però tutto si è fermato. Ora aspettiamo di vedere come si chiuderà aprile per capire quanto potrà durare questa fase".

E il prezzo dell’oro?

"È cresciuto in modo incredibile. Nonostante questo, gli affari hanno continuato. Ma è chiaro che l’incertezza si riflette soprattutto su chi lavora con la materia prima. Il prezzo altissimo mette sotto pressione l’intera filiera. È difficile fare previsioni a lungo termine".

Il sottosegretario agli affari esteri Silli ha parlato della necessità di esplorare nuovi mercati in risposta ai dazi…

"Il nostro primo mercato è sempre stata l’Europa e continueremo a presidiare il continente. L’America non è il nostro principale mercato, ma resta importante: è il secondo per valore dopo l’Italia, al netto della Turchia. Abbiamo una filiale commerciale in Francia, una in Giappone e una consociata in Giordania. La nostra forza è sempre stata la diversificazione: quando una parte del mondo si ferma, l’altra funziona. È così che abbiamo assorbito meglio le crisi".

Come state ripensando il vostro prodotto?

"Stiamo sperimentando, cercando nuove strade, nuovi materiali. Si parla molto dell’oro 9 carati, ma non ci convince del tutto. Anche la parte del fashion jewelry è da ripensare: con i costi dell’oro, oggi un gioiello in ottone arriva a costare quanto uno in argento. Bisogna ripensare le strategie".

E sul fronte OroArezzo?

"La fiera dovrebbe essere più pensata per il nostro distretto, che è il più importante d’Europa, ma questo non viene abbastanza valorizzato. La città dovrebbe sentirsi parte di questo evento, invece i primi ad abbandonarlo sono proprio gli aretini. Sono convinta dell’importanza del distretto come filiera: solo lavorando insieme Arezzo potrà davvero decollare".