
Lucia Tanti
Arezzo, 5 giugno 2022 - Il vicesindaco Lucia Tanti interviene di nuovo sulla questione della baby-gang e sulle richieste che non sia il carcere la risposta per i ragazzi che vi erano coinvolti.
"Continuano a chiedere conto a chi, come me, pensa che un diciassettenne che picchia a sangue un coetaneo, lo deruba e lo spaventa ha il diritto di iniziare il proprio iter di recupero la’ dove la giustizia lo ha “inserito” per un pò, e cioè in carcere. E chiedono ancora conto a chi, come me, non chiama “disagio sociale” atti intimidatori e violenti, e ancora a chi, sempre come me, trova stucchevole chiamare “baby gang” ragazzotti quasi maggiorenni che molestano altri ragazzi. La verità è che dovevano stare in carcere, non a casa e del resto il sistema carcerario italiano è improntato sulla rieducazione non sulla sola punizione: bene, quindi facciamone buon uso. Ora si scopre che, ai domiciliari, questi “ragazzi” continuano a tenersi in contatto e ci sorprendiamo del fatto che la banda non si sia sciolta.
Guardate che il disagio è il nostro, non il loro e sarà tale finché non ci libereremo del cancro del buonismo e della sua più grave metastasi: dare ad intendere che delinquere non abbia nessuna conseguenza e che la voce di chi ha ragione- perché chi esce di casa tranquillo ha diritto di non tornare a casa pestato- vale meno di chi ha torto - perché chi picchia a sangue un altro ha torto e paga per il torto che ha fatto, senza scorciatoie. Fine del discorso, per me"