Assalto movida, centro trasformato Poi irrompono i vandali della notte

Sradicata la Minerva di Colcitrone. Ubriachi? Per i vigili più una "bravata" mirata, forse ambienti di Giostra. La nuova città dei tavolini: dalle scale del Duomo a piazza del Popolo, da via Leoni ai portici. La mappa

Migration

di Alberto Pierini

L’unica ad aver saltato la grande notte della movida, il banchetto infinito della città aperta è stata la sapienza. Con la minuscola e con la maiuscola,essendo stata sradicata la statua dedicata alla dea in piena notte. Intorno alle 2, in un centro che in barba al coprifuoco aveva ancora in giro alcuni dei protagonisti: l’hanno sbarbata dal suo piedistallo di Colcitrone. Ubriachi? La polizia municipale ci crede poco, sembrerebbe più un colpo mirato. Se poi dietro ci siano tensioni di Giostra, pur assopite da due anni, o altro è impossibile dirlo. Di fatto la città si è risvegliata con la Minerva a terra: la copia dell’originale ma una copia preziosa, offerta tanti anni fa dalla famiglia Chini.

Intorno un centro dove i locali hanno lavorato come in miniera. Un botto di clienti e chilometri o quasi per raggiungere tavoli sparsi dappertutto. Con le solite punte nei luoghi del cuore, da Piazza Grande a San Francesco. Ma anche i new entries che disegnano una città diversa.

Esempi? Le tavolate sotto la scalinata della Cattedrale: parte del parcheggio trasformata in ristorante a cielo aperto, completo perfino di divanetti tipo quelli che dividono piazza Grande.

E ancora: piazza del Popolo. Giardini apparecchiati e illuminati con discrezione ma affollati fino quasi alla scala che da lì conduce in via Guido Monaco.

I portici del liceo classico: al posto dei "passi perduti" degli studenti tavoli e sedie: del locale che vi si affaccia e di chi ha la sua sede davanti, su quel ramo di via Cavour. Pieni sia a pranzo che a cena.

La galleria Guido Monaco: uno spazio condominiale nel quale sono spuntati i primi timidi tavoli. Nell’attesa che arrivi l’ok ai parcheggi e poi alla piazza, il progetto più ambizioso.

Via Leone Leoni: un locale non solo stende i tavoli all’esterno ma scopre a fianco anche un bel chiostro alberato quasi nato per affrontare le prime strette delle riaperture. La gente in coda dall’altro lato della strada, lungo le mura di San Lorentino.

I portici di via Roma: il salotto dimenticato e ritrovato, per ora riservato ai locali che vi si affacciano ma con in ponte una richiesta da parte dei ristoranti di piazzetta Sopra i Ponti, per farne una galleria quasi esclusivamente gastronomica, almeno la sera.

Vicolo del Capitano Ardelli. uno di quelli che si irradiano dietro Sant’Agostino, in passato ricettacolo di degrado. Dal weekend tornato il regno del pub di via Oberdan, luci basse e il gusto di un centro poco trafelato ma molto silenzioso.

Via Margaritone, nel tratto che da viale Michelangelo risale verso il centro: i gazebo consolidati lì dove un tempo c’era il mercato del pesce e oggi il pesce e il resto te lo servono cotto,.

E la via Margaritone del’ex scuola media, i cui cortili interni sono diventati la manna per i locali intorno, Il resto è un reticolo noto e vitalissimo: i vicoli lungo il Coro, via Madonna del Prato sia nella parte alta che in quella bassa, via Crispi pronta a ricucire tra loro i due marciapiedi opposti, il retro della basilica di San Francesco, via Cavour,la Sant’Agostino che insidia le altre piazze. Con i vigili mobilitati. "Serata tranquilla" commenta il comandante Aldo Poponcini, anche se qualche orecchio per le mascherine calate lo ha tirato. In attesa di "staccarlo" a chi ha sfrattato Minerva e la sapienza dal centro.