Asl Toscana Sud Est, inchiesta della procura: presto i primi nomi dell’assalto No vax

Il muro di offese che ha bloccato per ore il profilo Facebook decifrato dalla polizia postale. Nel mirino con noi c’è solo Trieste

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di Alberto Pierini

"La scienza in campo è come quella del terzo Reich": non sapremo mai quali raffinati studi storici siano alle spalle degli oscuri navigatori del web che ieri mattina hanno mandato in tilt il profilo Facebook della Asl. Anche perché la stragrande maggioranza di quei 4500 post no vax precipitati sul web erano "copia e incolla" del pensiero (si fa per dire...) altrui. Una valanga, rotolata da un canale Telegram che raccoglie molti contrari alla vaccinazione. E trasformata in un tiro alla Asl: non solo la nostra ma anche quella di Trieste, scelte fior da fiore per questo autentico assalto web.

Efficace: il profilo è rimasto bloccato per ore, dopo aver tentato di reggere all’onda di odio. Il "fuoco" è stato ordinato intorno alle 8 di sabato. Il tempo di svegliarsi e migliaia di internauti invece del caffè si sono messi a sparare offese contro medici e infermieri: colpevoli solo di farsi in quattro per vaccinare. "Propaganda nazisanitaria". "Siete criminali" e via dicendo, in un crescendo poco rossiniano. Il sito prima ha traballato e poi è crollato.

Le accuse appese a tutti i post che alludessero alla vaccinazione. Cioè di questi tempi quasi tutti. Il direttore della Asl Antonio D’Urso ha preso il pacchetto e lo ha portato alla polizia postale di Arezzo. Realtà che ha tra i suo segni particolari quello di saper lavorare. In due ore trecento indirizzi "Ip" sono stati recuperati: non ancora nomi e cognomi ma un passo decisivo per arrivarci. Perché tutti, con coraggio da leoni, non si firmano con nickname di fantasia: da Gengis Khan a Che Guevara, in un minestrone storico senza nè capo nè coda. Da lì è partita la richiesta a Facebook di scoprire chi mai si nasconda dietro quei nomi, usati come le maschere del film "The Town". Intanto la denuncia e il lavoro della postale è pervenuto in Procura: inevitabile l’apertura di un’inchiesta. I possibili reati? Dalla diffamazione all’interruzione di pubblico servizio alla violazione di siti informatici. Qualche campanello presto suonerà, e pazienza se sul portone non ci sarà scritto Gengis Khan. Suionerà per recapitare le denunce.

"Se qualcuno pensava di intimidire la nostra azienda e i suoi operatori, ha sbagliato di grosso. Azioni come queste non fanno altro che sostenerci nella convinzione di intensificare al massimo la campagna vaccinale". D’Urso, con la solita flemma, lancia il guanto di sfida contro i fantasmi. "Domani il nostro camper sarà di mattina nella piazza centrale della città e nel pomeriggio di fronte alla mensa Caritas di San Domenico".

Anche se una ruga gli sale. "Certo, non possiamo non preoccuparci del clima generale che si sta creando e che rischia di mettere gli operatori sanitari nel mirino, virtuale, di soggetti violenti". Poi il finale: "Ma siamo certi che i cittadini sapranno isolarli e la magistratura saprà punirli".

Un faccia a faccia i cui contorni diventano sempre più marcati: scandiscono il conto alla rovescia verso il 15 ottobre, domani, la data dalla quale il Green pass non servirà solo per andare al ristorante ma anche per entrare al lavoro. Un clima che scatena l’assalto web e ingigantisce le offese e i loro caratteri: quasi tutti cubitali. E quasi tutte mostrano lo stesso simbolo: una "V" rossa, Nell’interpretazione degli inquirenti una sorta di dna del fronte No vax.

Dietro lo schermo ci sarebbe addirittura una app di messaggistica istantanea che in automatico moltiplica le offese. Violente ma tenute sul sito a lungo: tutto per dare il tempo alla polizia postale di risalire la corrente d’odio e arrivare a decifrarli. Prima della fine della mattinata i gestori del portale sono stati autorizzati a rimuoverli. E il profilo è ripartito, a disposizione dei suoi utenti tradizionali. "Siete dei bugiardi" tuona uno dei grandi accusatori. E se non altro non si mette a mobilitare la storia.