"Arriviamo dall’alluvione" I nuovi antiquari in pista In 50 qui da mezza Italia

Un espositore da Conselice: "Un disastro ma scommettiamo su questo evento". C’è chi sbarca da Milano: "Come affari meglio dei Navigli". Ma qualcuno frena.

"Arriviamo dall’alluvione"  I nuovi antiquari in pista  In 50 qui da mezza Italia

"Arriviamo dall’alluvione" I nuovi antiquari in pista In 50 qui da mezza Italia

"Il nostro paese è distrutto, ci vorrà tanto tempo per rialzarci". Ma lui nel suo piccolo ha cominciato a farlo. E’ la storia di Paolo Uber, che insieme ad un amico taglia il traguardo di Arezzo e della sua Fiera da Conselice, uno dei centri più colpiti dell’ultima alluvione. "Viviamo poco fuori il borgo, a circa 700 metri dal centro: abbiamo avuto fortuna. Ma poco distante da casa il terreno è ceduto creando un effetto sabbie mobili". Paolo è uno degli antiquari al debutto tra i titolari. In tutto sono 52 e la maggioranza non ha perso l’occasione della "prima". "Ero spuntista da 9 anni e questo mi ha permesso di scegliere il posto che preferivo". E’ in via Guido Monaco, a quello che ormai è diventato l’ingresso della Fiera, anche se a segnalarlo ci sono solo delle bandiere da terra.

Davanti a lui ha un bel banco, di quelli che pescano ancora nelle cornici, nel ferro battuto, nei lumi. A fianco della postazione una cassetta di ciliegie, uno dei simboli di una terra che spesso viene chiamata il frutteto d’Italia.

"Arezzo tra le Fiere che facciamo è una delle migliori: e la possibilità di venire non dovendo sistematicamente passare dalla spunta è tanta roba". A Lucca, ci dicono, i titolari all’arrivo devono segnalare la loro presenza, qui sta ai vigili individuare i posti vuoti. "Ma per questo i tempi sono lunghi".

"Sì, anche noi siamo titolari da oggi". All’inizio di via Cavour, ma dal lato che pende verso la Badia, ecco un’altra coppia di esordienti. Con il sorriso del primo giorno di scuola. Lei si chiama Laura Maffei e viene dalla Maremma, lui è Stefano Carapiglia, e arriva da Marina di Pietrasanta. "Non abbiamo molte edizioni di Fiera alle nostre spalle e abbiamo scelto quello che rimaneva". Non è un mistero che via Cavour sia stata l’ultima strada a riempirsi. E a riempirsi a metà, almeno alla luce dei posti vuoti a ridosso della piazza.

"Ma c’eravamo già stati, comunque non ci dispiaceva". Sfoggiano valigie d’epoca e perfino un singolare "strizzatoio" che serviva ad asciugare i panni lavati, precedendo gli elettrodomestici moderni. "Arezzo è una buona Fiera, ci scommettiamo volentieri".

Una scommessa che firma anche Piergiorgio Marzari. "Sono in pensione, è sempre stata una mia passione e qualcosa devo fare". E’ nato a Scorzè, nel veneziano. E con il dito verde di chi viene da una delle culle dell’arte ha scelto via dell’Orto, la strada di collegamento tra piazzetta Madonna del Conforto e il Comune. "Ma vivo in Toscana da anni, i libri antichi e le stampe d’epoca mi hanno sempre stregato". Parte con un pizzico di prudenza. "Arezzo è un bel mercato però negli ultimi anni l’ho visto un po’ in declino: e mi dispiace perché è un posto bellissimo". Ora starà anche a lui rialzarlo. Il giro d’Italia per ora si conclude a Milano. Dalla capitale economica arriva Aaron Gabriele Valerio, un giovane espositore insediatosi in via Ricasoli. "Faccio tante fiere, da Genova a Santa Margherita Ligure ai Navigli. Quelli sono più comodi ma gli affari si fanno più qui".

Sfoggia un banco dal sapore orientale, che evoca sensazioni in arrivo da altri mondi. Davanti troneggiano due "inseparabili", sculture giapponesi in legno che sono un augurio di fertilità e di ricchezza. per una casa. E, chissà anche per una Fiera.

Alberto Pierini