REDAZIONE AREZZO

Arrestato in Spagna: l'imprenditore era coinvolto anche nell'operazione "Argento Vivo"

Acquistava platino e palladio: il blitz coordinato dal Pm Marcio Dioni aveva fatto rumore e aveva portato a quattro arresti

Il pm Marco Dioni che ha condotto le indagini

Arezzo, 23 dicembre 2016 - L'imprenditore aretino arrestato in Spagna aveva messo in piedi un’organizzazione per la vendita di carburanti a basso costo, possibile grazie a una maxievasione d’Iva e attuata attraverso la vendita fittizia di oro rigorosamente al nero passando per società cartiere. Oro recuperato a chili, ad Arezzo dalla Guardia di Finanza (27 kg), in Spagna dalla Guardia Civili (50 kg contenuti in una cassetta di sicurezza). Stefano Cherici, oltre a un ruolo minore nella maxi-operazione Fort Konx, compare infatti anche in un’altra grande operazione delle Fiamme Gialle, coordinata dal pubblico ministero Marco Dioni: era denominata «Argento Vivo» e fece rumore in città nell’inverno del 2015.

Verghe d’argento e blocchi di platino, palladio o rodio che secondo la guardia di finanza (e la procura che emise all’epoca 4 decreti di fermo e 28 avvisi di granzia) nascondevano una colossale truffa ai danni dello stato per un mancato pagamento dell’Iva plurimilionario. Il tutto attraverso un complesso e vorticoso meccanismo di società filtro e cartiere dalle quali passava un commercio di metalli preziosi per gli inquirenti fittizio, il cui scopo era di lucrare sull’omesso versamento dell’Iva.

Destinatario finale era il banco metalli Oro Italia Trading, consociata di Banca Etruria. Due le organizzazioni coinvolte nel traffico e in una di queste aveva un ruolo anche Cherici al cui nome era intestata una società di diritto portoghese, la Italprecious, attiva nell’acquisto di platino e palladio.