REDAZIONE AREZZO

Decreto dignità: 200 spazzini in meno sulle strade

Sei non rinnova i contratti a termine in scadenza in tutta la Toscana del sud: solo ad Arezzo 80 posti in meno. Emergenza rifiuti?

Un operatore ecologico al lavoro (fotocastellani)

Arezzo, 6 agosto 2018 - LO CHIAMANO decreto Dignità ma rischia di diventare un decreto Spazzatura. Almeno ad Arezzo, come nel resto dell’area servita da Sei Toscana, società che gestisce l’igiene urbana, lo spazzamento e la raccolta differenziata non solo della nostra provincia ma anche di Siena, Grosseto e dell’area di Piombino.

Ecco l’inghippo: il decreto voluto da Di Maio, con nobili finalità, finisce per bloccare però una serie di contratti interinali che servono per lo spazzamento delle strade in zone di mare e città interne con alto afflusso turistico. Secondo il decreto approvato dalla Camera e che già oggi passa al vaglio del Senato, dovrà essere assunto con contratto a tempo indeterminato colui che nell’arco di due anni abbia effettuato almeno quattro rinnovi. E nei secondi 12 mesi del biennio si dovrà pure giustificare il motivo per l’impiego del lavoratore interinale: sostituzione ferie, malattia e poco altro. Insomma non si può lavorare da interinale per un periodo così lungo senza avere tutele più ampie. Nobile finalità.

MA LA CRONACA pone altre emergenze e un bilancio, quello di Sei, in tangibile deficit. Nonostante tutto, ci sarebbe l’impegno a stabilizzare almeno 45 lavoratori nelle nostre zone. Ma da oggi sui 300 totali in servizio nella Toscana del sud (in totale sono 464, informa il sindacato) circa 200 rimangono fermi. Forza-lavoro ridotta di un terzo in un periodo con tanti turisti in giro ma soprattutto, il futuro di 200 lavoratori, di cui un’ottantina aretini appeso a un filo chiamato agenzie interinali e cooperative sociali. Nulla di male, per carità: ma finora erano assunti con la formula di contratti a cinque mesi, un mese a casa e altri cinque mesi in servizio. Alcuni così, a singhiozzo, da anni. Ora la strada è quella dell’affidamento dei servizi alle cooperative con un ipotetico abbassamento dello stipendio dei lavoratori fino al 25%.

MA DALL’ALTRA parte, con un rosso da 4 milioni c’è poco da largheggiare. «Per ora li dobbiamo fermare ma non vogliamo lasciare a casa», tagliano corto da Sei Toscana e rinviano tutto a una seria concertazione nell’incontro già fissato per domani. Da oggi, in parallelo, a Roma inizia l’esame al Senato del decreto voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Oggi comincerà l’esame dell’Aula, prima del voto finale. L’obiettivo del M5s è chiudere l’esame delle commissioni entro domani. Questioni romane.

INTANTO, in provincia di Arezzo, sono circa 120 gli interinali (40 in città) che, di rinnovo in rinnovo, collaborano con Sei Toscana. Società che con perdite per 4 milioni che in questo non può sostenere un’assunzione di massa. «Abbiamo le mani legate dal decreto» la frase che si sente ripetere nella sede senese del gestore unico dei rifiuti. Dalla «tagliola» di oggi si salvano in cento su trecento, tra i duecento a casa anche un’ottantina di aretini, considerando tutta la provincia. Si tenterà probabilmente la strada del lavoro interinale e delle cooperative sociali. «Non lasciare a casa nessuno», ripetono, è il primo obiettivo di Sei Toscana. I lavoratori rispondono con una serie di assemblee e l’azienda tende la mano con un incontro già domani dopo una giornata di oggi che si annuncia particolarmente complicata, su città di terra e località di mare. Sei Toscana garantirà un’integrazione degli usuali servizi sperando di sbloccare la situazione in tempi rapidi. Ma potrebbe non finire qui.