SILVIA BARDI
Cronaca

Aretini a Vinitaly, quaranta aziende, cento etichette e il concerto dei Negrita

Nuovo stand a due piani per la Strada del vino e la Camera di Commercio e nuovo spazio cocktail con gin e vodka. Negrita in concerto al fuori salone lunedì sera. Tante aziende aretine nel padiglione Bio e vini naturali. I cortonesi nello stand del Consorzio Doc

Vinitaly

Arezzo 4 aprile 2019 - Gli aretini sono pronti a partire per Vinitaly, il salone mondiale del vino che si terrà a Verona dal 7 al 10 aprile. Una vetrina importante come sempre dove sarà proposta la produzione aretina attraverso una quarantina di aziende presenti sia nel padiglione 9 della Toscana, sia nell’innovativo Vinitalybio sempre più grande che ospita sia i vini bio sia la nuova associazione Vi.Te dei vignaioli e territori naturali. Il salone internazionale è come sempre un evento da grandi numeri (130mila visitatori da 142 nazioni l’anno scorso e 4600 espositori) che segna anche la ripresa del mercato, soprattutto dell’export. E tra gli aretini a Vinitaly, nel programma del “fuori salone”, anche i Negrita in concerto lunedì sera nel cortile del Mercato vecchio. Naturalmente li aspettano per una visita nel padiglione toscano gestito dalla Strada del vino terre di Arezzo e Camera di commercio che da anni offrono la possibilità alle aziende di essere presenti nel wine bar con cento etichette e nelle postazioni, fisse o a rotazione, messe a disposizione di undici aziende. Uno stand che quest’anno è stato completamente rinnovato e ingrandito a due piani dove poter ospitare gli operatori internazionali, i clienti, i blogger, i giornalisti grazie ad un finanziamento regionale legato al bando Psr e molte aziende vinicole che per la prima volta prenderanno parte alla fiera. Lo stand sarà gestito da quattro sommelier e vedrà anche la presenza di uno spazio dedicato ai cocktail con gin e vodka prodotti ad Arezzo da Ivana Ciabatti. Ci sarà lo stand del Consorzio vini Cortona e quelli delle singole aziende aretine. Tra le novità presenti al salone il pinot nero in purezza, un prodotto che sta trovando nel territorio aretino una sua peculiare vocazione in Casentino e a Civitella, sempre dal Casentino una neonata bollicina e tra le riscoperte dei vitigni autoctoni (foglia tonda, pugnitello, barsaglina e colorino) ora si aggiunge il mammolo in purezza.

La “missione aretina “è stata presentata nella sede della Strada del Vino Terre di Arezzo, dal presidente della Camera di Commercio di Arezzo Massimo Guasconi, dal segretario generale Giuseppe Salvini e dal presidente della Strada del vino terre di Arezzo Saverio Luzzi. “Grandi novità per quest’edizione – ha evidenziato il presidente Saverio Luzzi - grazie ad un finanziamento regionale legato al bando PSR è stato possibile incrementare la visibilità dello stand che avrà un soppalco all’interno del quale saranno organizzate nuove attività come un incoming di buyers provenienti da Cina ed Oceania e visite di bloggers. Inoltre, saranno presente molte aziende vinicole che per la prima volta prenderanno parte alla fiera. Ma non ci fermiamo a questa vetrina perché sono già in programma arrivi di gruppi di operatori che verranno a visitare le nostre aziende mentre noi andremo a promuovere Arezzo in Estonia, Danimarca, Olanda e Germania”.”. “La presenza all’interno di una delle vetrine più importanti al mondo è sicuramente è un grande risultato – ha aggiunto il presidente della Camera di commercio Massimo Guasconi - facciamo conoscere una produzione che, insieme a quella di Siena, si posiziona ai vertici della produzione mondiale. Ricordiamoci che dentro un calice di vino c’è un territorio, col vino vendiamo anche un sogno, uno stile di vita, turismo e accoglienza”. Purtroppo quest’anno non ci saranno etichette aretine nel gran galà esclusivo “Opera wine” al palazzo della Gran Guardia dedicato ai migliori cento produttori italiani e che rappresentava per Arezzo la ciliegina sulla torta.

“Nel 2018 il valore del vino aretino esportato – ha specificato Salvini - è stato di circa 87 milioni di euro con un incremento del 4,2 per cento rispetto al 2017. I paesi più importanti per il nostro export sono Germania (41 milioni di euro, + 2,8%) , Francia ( 7 milioni di euro, +18,4%), Regno Unito (6.4 milioni di euro +17,4%), Stati Uniti (4 milioni di euro + 17,1 %). Sono 61 i paesi nel mondo verso i quali esportiamo la produzione vitivinicola aretina, dalla Germania, il nostro partner più importanti fino a Trinidad e Tobago, il paese che chiude la classifica”. Comunque il 2018 è stato un anno record per la viticoltura italiana che ha 310.000 aziende attive. Secondo l’Istat la produzione totale di vino è stata di 55 milioni di ettolitri (+29% rispetto al 2017). Particolarmente rilevante è stata la produzione dei vini di qualità Doc che sfondano per la prima volta la soglia dei 20 milioni di ettolitri, e lo è anche la produzione di vini bianchi, spinta dal fenomeno dei vini spumanti. Il vino costituisce la prima voce dell’export agroalimentare con 6,1 miliardi di euro. L’Italia è il primo esportatore mondiale di vino per volume ed il secondo per valore ( la Francia esporta per un valore di circa 10 miliardi di euro). In Toscana la produzione è stata pari a 2milioni e 742 mila ettolitri con un +5% rispetto al 2017. La produzione della regione è suddivisa il 1 milione e 589 mila ettolitri di doc rosso, 172 mila ettolitri di doc bianco, 579 mila IGT rosso, 104 mila IGT bianco, 183 mila tavola rosso e 81 mila tavola bianco. Il settore vitivinicolo aretino opera su una superficie vitata complessiva di oltre 6.530 ettari (dato 2017 con una crescita del 20,5 % rispetto al 2016) così ripartiti: il 15% di vino comune da tavola, il 25% di vino a IGT e il restante 60% di vino a denominazione d’origine per una produzione annua totale di oltre 200 mila ettolitri di vino.