
Sergio De Caprio, il capitano Ultimo (Ansa)
Arezzo, 23 febbraio 2021 - Domenica scorsa è stato l’ultimo giorno di servizio per Sergio De Caprio, montevarchino, il Capitano Ultimo che nel 1993 arrestò Totò Riina, sferrando un colpo durissimo alla criminalità organizzata. «Le mie lacrime e il mio sorriso alla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri. Al popolo italiano tutta la mia vita», ha scritto in un post su Twitter. De Caprio ha deciso di salutare direttamente i colleghi di una vita, recandosi a Roma al Raggruppamento Operativo Speciale.
«Oggi sono qui ai Ros a ricordare la storia dove è nata la battaglia. Non ho molte cose da dire, vado in pensione – ha aggiunto il colonnello nel video divulgato sui social – Abbiamo combattuto con Crimor. Oggi siamo qua per dirvi che rivendico tutte le azioni passate, presenti e future che fate voi, che sono state fatte prima di voi e che saranno fatte da quelli che verranno dopo di voi. Tutto il resto – ha concluso – lo lasciamo agli altri. Torniamo ad essere il nulla da cui veniamo. Vi porterò sempre nel cuore«.
Un uomo che ha combattuto la criminalità organizzata e che per motivi di sicurezza si presenta in pubblico bendato in gran parte del viso. «Ultimo», nato nel 1961 a Montevarchi, nell’ottobre del 2019 fu protagonista di un incontro pubblico all’Auditorium con gli studenti delle quarte e delle quinte classi dell’Istituto Superiore «Benedetto Varchi».
Parlò del suo arrivo in Sicilia, ormai tanti anni fa, alla stazione carabinieri di Bagheria, alle porte di Palermo, dell’attività investigativa, della sua esperienza a Milano dove, insieme ai colleghi, dette vita all’operazione «Duomo Connection» e poi, ovviamente, dell’arresto del Capo dei capi, Totò Riina. Un giorno storico per l’intero paese. Quello di Montevarchi fu un incontro dalle mille emozioni.
Oltre agli alunni e agli insegnanti erano presenti autorità militari e rappresentanti dell’amministrazione comunale. I protagonisti della mattinata furono però i ragazzi, che rivolsero al «Colonnello» tantissime domande. «Cosa si prova a non avere più la scorta», «Cosa pensa che sia facendo oggi lo stato per combattere la criminalità organizzata», «Le fasi dell’arresto di Totò Riina».
Lui rispose a tutti battendo su un tasto. Quello della fratellanza e dell’amicizia, armi fondamentali per combattere il male e quindi anche la Mafia. Il suo modello di riferimento è stato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, caduto sotto i colpi della lupara negli anni ottanta. Ultimo, nel corso della sua carriera, è passato anche al Noe ed è poi approdato al comando per la tutela della biodiversità e dei parchi dei carabinieri forestali.
Un anno fa aveva deciso di accettare l’incarico di assessore all’ambiente della Regione Calabria, nella giunta di centrodestra guidata dalla neoeletta Jole Santelli, poi, purtroppo, deceduta. «Il mio obiettivo – disse all’epoca durante l’incontro con i giornalisti – sarà quello di tutelare l’autodeterminazione delle comunità calabresi senza l’interferenza delle mafie di ogni tipo».
E’ stato protagonista, grazie all’attore Raul Bova, anche di una miniserie in onda alla fine degli anni novanta sulle reti Mediaset. A ricordare la sua figura in queste ore è stata anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. «Dopo anni di onorato servizio nell’Arma dei Carabinieri, Sergio De Caprio va in pensione. L’Italia ti ringrazia per tutto. Onore a Capitano Ultimo», ha scritto la Meloni sul suo profilo Facebook