Amici di infanzia contagiati dalla festa per gli esami: una gita sognata nel lockdown

Festa in Grecia dopo la maturità. Coetanei sparsi tra scuole e comuni del Valdarno. La «sorpresa» al rientro. In quarantena anche i familiari, una trovata positiva

Covid, tamponi

Covid, tamponi

Arezzo, 11 agosto 2020 - Amici d’infanzia, undici ragazzi cresciuti insieme, con alcune esperienze scolastiche in comune, e che non si sono mai persi di vista negli anni continuando a frequentarsi anche quando le loro strade, dal punto di vista formativo, si sono separate con la scelta di iscriversi dopo le Medie a Istituti di istruzione superiore diversi.

E’ l’identikit dei diciannovenni partiti dal Valdarno e rientrati in Italia positivi al Covid-19 al termine di un periodo di vacanza trascorso a Corfù. Avevano scelto l’isola greca per festeggiare il diploma di maturità, un traguardo raggiunto all’indomani dei mesi di didattica a distanza e il lockdown che ha impedito a lungo i rapporti interpersonali.

Quel viaggio sognato e preparato con cura era diventato realtà nei giorni scorsi e il gruppo di giovani, in maggioranza residenti nel territorio di Montevarchi, altri due rispettivamente a Laterina Pergine e Terranuova, aveva potuto finalmente rinverdire l’amicizia e ritagliarsi momenti di meritato relax e divertimento partendo per la meta agognata.

In una nazione fino a qualche tempo fa considerata a basso rischio nella pur devastante pandemia 2020 e dove invece a inizio del mese si è registrata una recrudescenza dei casi tale da spingere il governo ellenico a rinnovare l’obbligo della mascherina sui mezzi di trasporto e in tutti i luoghi pubblici chiusi, compresi chiese, negozi e uffici, con l’unica eccezione dei ristoranti.

Qui però è obbligatorio il rispetto della distanza interpersonale minima di un metro e mezzo. Fino al 31 agosto inoltre è in vigore il provvedimento forse più difficile da far rispettare, il che vale anche alle nostre latitudini, il distanziamento sulle spiagge. Fatto sta che in quel paradiso della movida, luogo ideale per far conoscenza con centinaia di altri ragazzi, i valdarnesi hanno incontrato il compagno di avventure peggiore possibile, il coronavirus tutt’altro che scomparso. Se ne sono resi conto una volta ritornati in patria.

E per far suonare il campanello d’allarme sono stati sufficienti piccoli segnali d’influenza e qualche linea di febbre. Quanto bastava per iniziare gli accertamenti sanitari e disporre l’isolamento domiciliare in attesa dell’esito dei tamponi che, con il passare dei giorni, hanno confermato sospetti e timori. Adesso tutti stanno seguendo il protocollo collaudato della quarantena ma per fortuna al momento nessuno presenterebbe sintomi di particolare gravità e tutti sono «paucisintomatici« per usare un termine tecnico.

Nel frattempo gli operatori della Asl Toscana Sud Est hanno raccolto le indicazioni per ricostruire la catena dei contatti e poter ampliare il numero delle persone sottoposte alle necessarie verifiche.

I componenti della comitiva restano a casa aspettando i tempi previsti per la guarigione che dovrà essere certificata dalla doppia ripetizione del tampone. Tra le mura domestiche anche i familiari, tra l’altro gli esami diagnostici hanno certificato la positività della madre cinquantenne di uno dei reduci dalla gita.