All’ex Lebole un hotel della vergogna Polizia sgombera: droga sotterrata nei campi

Dodici fermati dalla questura: 10 erano clandestini, due arrestati per spaccio. I più giovani pagavano l’affitto agli ’anziani’

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di Gaia Papi

Dispiegamento di forze ieri alle prime luci dell’alba per quella che sembrava un’operazione di sgombero dell’immobile della ex Lebole, la gloriosa fabbrica che ha fatto la storia di Arezzo. Blitz in realtà finalizzato a scovare uno dei tanti "magazzini" della droga disseminati in città.

Pattuglie dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, della squadra mobile, del reparto prevenzione crimine di Firenze, del reparto Mobile di Firenze, con il concorso di equipaggi della Polizia Municipale di Arezzo, sono entrati in azione ieri mattina. Per la complessità del servizio e le caratteristiche dell’area interessata è stato fondamentale il contributo dell’elicottero della polizia e dell’unità cinofila antidroga.

Dopo un’attività di monitoraggio che stava andando avanti da tempo, anche in seguito alle numerose segnalazioni di cittadini, è partito il blitz andato avanti per diverse ore.

All’interno, nella parte più nuova dell’immobile, quella un tempo adibita allo spaccio dei tessili della Lebole, per capirsi la palazzina davanti al bar Tabacchi Hotel Truciolini, sono stati trovati dodici extracomunitari, tra cui due donne, che si erano creati all’interno dello stabile dei giacigli di fortuna, in alcuni anche ben organizzati con materassi, cucine da campeggio, divani e altro mobilio tipico di una dimora stabile. I fermati, di nazionalità prevalentemente centro-africana, sono stati condotti in Questura per gli accertamenti volti a stabilire eventuali irregolarità in merito alla loro posizione sul territorio nazionale. Chi è lì da più tempo si era avvalso del diritto di avere una camera singola, tutti gli altri dividevano stanze come camerate, pagando un "affitto" ai più anziani. Una struttura ben organizzata in cui, durante l’estate, riescono a dormire fino a cinquanta persone. Insomma una sorta di condominio ben strutturato in cui vivono piccoli spacciatori che qui, nel terreno circostante all’immobile, nascondono la droga per poi spacciarla a Campo di Marte.

Come un piccolo magazzino in cui gli spacciatori si riforniscono quando i clienti fanno loro richiesta di qualche dose. Un modus operandi ormai conosciuto, visto e rivisto anche al Pionta. Lì le dosi, attentamente confezionate in buste di plastica per sfuggire all’umidità del terreno, venivano e vengono sotterrate sotto gli ulivi. Un modo per circolare sempre e solo con piccole quantità nelle tasche, la così detta "modica quantità", pochi grammi non sufficienti per essere arrestati.

Due dei dodici immigrati sono stati trovati, con il fondamentale ausilio del cane antidroga "Eviva", pur se in difficoltà per la pioggia, con sostanza stupefacente nascosta uno dentro un giubbino di pelle marrone, un altro sotto il proprio materasso dove stava dormendo all’arrivo degli agenti. Per il primo, senegalese e già gravato da precedenti specifici, è scattato l’arresto mentre il secondo, privo di pregiudizi, è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

Altri due sono stati sanzionati perché trovati in possesso di piccole quantità di eroina e cocaina per uso personale.

Nei vari locali sono state inoltre trovate diverse biciclette, alcune nuove ed in ottimo stato, e monopattini probabilmente oggetto di furti sui quali nei prossimi giorni verranno effettuati accertamenti. Per tutti è scattata la denuncia per occupazione abusiva di edifici e dieci di loro sono stati anche denunciati in quanto clandestini.