
Il Prefetto di Arezzo Clemente Di Nuzzo. in visita alla Centrale Operativa del. 118
"Per noi è una ferita enorme". La voce di Luca Pancioni, disaster manager e coordinatore del gruppo maxi emergenze della Asl Sud Est, si incrina mentre ricorda l’incidente in cui hanno perso la vita tre persone, tra cui due volontari del 118. "Non erano dipendenti Asl, ma il sistema è unico, è fatto da noi e dal volontariato". Un dolore doppio, anzi triplo. "Oltre alla perdita del paziente, che stava andando in ospedale per curarsi, abbiamo perso due persone che si erano messe al servizio del prossimo. È una ferita profondissima, anche perché ci ricorda quanto il nostro lavoro, per quanto lo si faccia con passione, non sia immune dai rischi". Lunedì, a bordo dell’ambulanza, accanto al paziente che stavano trasportando, c’erano una studentessa di infermieristica e un dipendente, punto di riferimento per la Misericordia di Terranuova. Prima volontario, poi dipendente storico. Entrambi animati da uno spirito che Pancioni definisce "scelta di vita. Persone che credevano in quello che facevano, credevano fortemente nell’aiuto al prossimo, in una vita dedicata agli altri". Lei giovanissima, aveva deciso di cambiare turno per rendersi disponibile; lui, esperto, "lavorava con il cuore, sapeva alleggerire i momenti più duri. Era il suo modo di stare accanto agli altri". Giulia Santoni aveva "una vita davanti, credeva davvero nell’aiuto agli altri. Per lei era una scelta, uno stile di vita. Non avevo ancora avuto modo di parlarci, né di fare un turno con lei, ma c’eravamo incrociati e salutati più volte". Gianni Trappolini, invece, Pancioni lo conosceva da molti anni. "Un uomo che lavorava con il cuore, sempre pronto a sdrammatizzare, ad alleggerire le situazioni più pesanti, un modo di fare e di agire necessario per lavorare nel settore delle emergenze. Era il suo modo di affrontare le situazioni e di stare accanto agli altri". Il sistema 118, sottolinea Pancioni, "è una grande famiglia. Ci conosciamo tutti, anche solo di vista o di nome. E questa è la nostra forza, la nostra identità. In questi momenti ci si stringe ancora di più. Proprio per questo, il colpo è devastante. Non c’è nessuno che sia rimasto indifferente, nessuno che non abbia fermato per un attimo la corsa della giornata per stringersi in silenzio a questo lutto". Nelle ore successive all’incidente, il personale ha reagito come sa fare: "Ieri (ndr lunedì) eravamo concentrati sul soccorso, sull’agire. Oggi (ndr ieri), è il dolore che prende il sopravvento. C’è un senso di sospensione, come se ancora non riuscissimo a realizzare del tutto quanto è accaduto". Il ringraziamento di Pancioni va anche a tutte le istituzioni intervenute: "Vigili del fuoco, polizia stradale, carabinieri, sindaci, Prefettura. Il prefetto ci ha fatto visita, le forze dell’ordine ci hanno manifestato la loro vicinanza. Questo sostegno, in un momento simile, è prezioso". Gaia Papi