
di Marco Corsi
Stanno valutando di richiedere lo stato di calamità alcuni operatori aderenti alla rete d’impresa del Mercato Coperto degli Agricoltori di Montevarchi, che si sono riuniti in questi giorni per discutere delle criticità causate dal maltempo di questi ultimi mesi. I cambiamenti climatici stanno creando enormi problemi e i mesi di piogge continue hanno rallentato le semine e i lavori nei campi. "Già ora c’è scarsità di prodotti e si lavora in una continua situazione d’emergenza, ma se il meteo non sarà clemente nei prossimi mesi rischieremo di non aver sufficiente produzione di ortaggi e legumi locali, anche il Fagiolo Zolfino Presidio Slow Food è a rischio", hanno detto i produttori, visibilmente preoccupati. Tutti gli anni il loro lavoro si complica. Hanno infatti ricordato che non solo devono combattere, da sempre, con il monopolio di grandi aziende che coltivano sfruttando la terra, "impoverendola con le monocolture e inquinandola con pesticidi e fertilizzanti chimici", ma negli ultimi anni lottano anche con le conseguenze del cambiamento climatico.
Le condizioni meteo avverse degli ultimi mesi, con bombe d’acqua improvvise, hanno determinato una carenza delle produzioni. Ad aprile e maggio, infatti, è piovuto praticamente sempre e ciò ha impedito di lavorare nei campi nei periodi giusti per la semina e il trapianto di quegli ortaggi che si sarebbero dovuti cogliere nei mesi estivi. In poche parole molti dei produttori del Valdarno hanno perso due mesi di lavoro. "Ma la cosa ancora più triste – hanno aggiunto Sandra Masi e Viviano Venturi, dell’azienda agricola Radici – è che nel periodo di semina del nostro Fagiolo Zolfino Presidio Slow Food, non è stato possibile operare, perciò la produzione per il prossimo anno sarà molto a rischio".
I produttori del Mercato Coperto hanno scelto tutti di produrre, seguendo i naturali cicli stagionali e in molti coltivano in regime biologico e biodinamico, ma poco si può fare quando le stagioni sono stravolte, il meteo è avverso. "Stiamo valutando, insieme agli enti amministrativi, l’idea di chiedere lo stato di calamità per arginare almeno in parte il danno economico subito – hanno aggiunto Venturi e Masi - Ma sta ad ognuno di noi prendere piena consapevolezza di tutto questo. Le nostre scelte alimentari possono fare la differenza". Da tutti i produttori è poi partito un appello ai consumatori. "Stateci vicino, ascoltateci, sostenete il nostro lavoro, le nostre conoscenze e la nostra forza, sono tra le più grandi risorse che abbiamo di donare un futuro ai nostri figli"