CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Addio Buitoni: storia ai titoli di coda Il marchio abbandona Sansepolcro

Annuncio di Nestlè: la produzione continuerà altrove non prima di 18 mesi per il "patto di concorrenza". Mastrolia: "L’azienda va avanti con un nome diverso ma le stesse specialità, i posti di lavoro sono garantiti"

di Claudio Roselli

E’ la fine di uno storico rapporto; la fine dell’ultimo legame rimasto dopo un matrimonio che ha vissuto decenni felici, anche se non di una ultrasecolare tradizione produttiva. Dallo scorso 31 dicembre, i destini di Sansepolcro e di Buitoni sono ufficialmente e definitivamente separati. E’ saltata la possibilità di spegnere 200 candeline, tutto si è interrotto a 194. Già la proprietà del marchio era di Nestlè da oltre trent’anni e con l’inizio del 2022 dallo stabilimento di Sansepolcro non escono più prodotti sulla cui confezione compare il logo Buitoni, noto a livello mondiale e che qui ha avuto i natali nel lontano 1827. Anche la possibile proroga della concessione in atto dal 2008, con rinnovo a fine 2018, è stata smentita ieri da uno stringato comunicato di Nestlè Italiana. Nel quale precisa che il marchio Buitoni non è finito ma continuerà a operare in ambito nazionale ed estero con i suoi prodotti "storici e iconici del made in Italy". L’equivoco sulla scomparsa era sorto dietro la notizia vera, ossia che Nestlè non ha rinnovato al gruppo Newlat Food spa – con alla testa Angelo Mastrolia - la licenza per l’uso del brand.

Allo stesso tempo, la multinazionale si impegna per diciotto mesi a non realizzare con il marchio Buitoni gli stessi prodotti (pasta e settore forno) che Newlat sta facendo a Sansepolcro, quale forma di rispetto del cosiddetto "patto di concorrenza". All’interno della fabbrica biturgense, quindi, non cambia sostanzialmente nulla: stesse linee, stesse maestranze (quasi 400 addetti) e stessi prodotti, che però al posto di Buitoni recano il logo Delverde, acquistato da Mastrolia nel 2019 e identificativo dell’azienda di paste alimentari di Fara San Martino, in provincia di Chieti.

Già in questi ultimi giorni, infatti, sono circolati spot pubblicitari nazionali sui "nuovi" prodotti da forno provenienti da Sansepolcro. Oltre alla pasta secca, che ha ritrovato un proprio mercato in Germania dopo essere scesa ai minimi termini, vi sono le fette biscottate (le uniche con la forma rotonda), granfetta e crostino dorato, i cavalli di battaglia quando le strategie di Nestlè non erano più orientate verso il prodotto principe che aveva reso celebre Buitoni.

Semmai – preoccupazione manifestata a suo tempo anche da Mastrolia – il rischio è quello di un contraccolpo occupazionale, oltre che affettivo, vista la fama comunque guadagnata nel tempo dal marchio Buitoni. Né sono serviti, finora, i tentativi dello stesso Mastrolia di acquisire il relativo marchio e di riportarlo a Sansepolcro: è uno fra quelli più strategici dell’alimentare e la Nestlè lo sa. Con l’approdo in Borsa, nel 2019, Newlat aveva infatti annunciato il proprio intento di acquistare il marchio Buitoni, che sarebbe tornato a Sansepolcro per diventare una piattaforma del food italiano.

Poco o nulla ha da aggiungere Mastrolia, contattato ieri, a quanto ha scritto Nestlè: "Preciso solo che a Sansepolcro andremo avanti come sempre abbiamo fatto, senza più apporre l’etichetta Buitoni ma con l’alta qualità che ci contraddistingue" si limita ad affermare. E dopo i diciotto mesi annunciati? Di Buitoni rimarranno solo pizze, sughi e salse? Tutto dipenderà ovviamente da Nestlè.