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Cronaca

Accolti, il giurista misterioso. Esce dal cono d’ombra il maestro dei pareri legali

Un libro svela i particolari sconosciuti di Francesco, docente di importanti università italiane e ritratto da Giorgio Vasari insieme a Lorenzo Il Magnifico in Palazzo Vecchio.

Accolti, il giurista misterioso. Esce dal cono d’ombra il maestro dei pareri legali

Fornasari

Francesco Accolti detto l’Aretino è stato un giurista, letterato e umanista del Quattrocento, immortalato da Giorgio Vasari in un ritratto ideale nella Sala di Lorenzo il Magnifico in Palazzo Vecchio. Nell’affresco con Lorenzo de’ Medici con filosofi e letterati tra le Allegorie della Fama e della Virtù, Francesco Accolti, il quarto da destra, è insieme a Pico della Mirandola, al Poliziano, a Marsilio Ficino, a Cristofano Landino, a Giano Lascaris, a Demetrio Calcondila e a Marullo. I suoi contemporanei lo hanno giudicato degno di essere collocato ai vertici della dottrina giuridica della seconda metà del XV secolo, oltre che meritevole di stima come letterato e poeta. Non è un caso che Poggio Bracciolini abbia a lui dedicato il suo dialogo "Contra hypocritas". Nonostante questa fama, la figura di Francesco Accolti resta avvolta “da un cono d’ombra”. Persino la sua data di nascita non può essere stabilita con certezza per mancanza di dati documentari certi. In una lettera scritta in data 8 marzo del 1468, Francesco Filelfo, umanista marchigiano, nonché maestro del nostro a Siena tra il 1434 e il 1438, si rivolge all’Accolti definendolo “quinquagenarius aut paulo amplius”. Facendo riferimento a questa missiva, Gian Maria Mazzuchelli, erudito settecentesco, credette che l’Aretino fosse nato nel 1418 o poco prima.

Nel tempo episodiche sono state le ricerche sull’Accolti e a tale proposito di grande rilevanza scientifica è quella attuale svolta da Alarico Barbagli, professore associato di storia del diritto medievale e moderno all’Università Magna Graecia di Catanzaro e resa nota nel volume "Francesco Accolti maestro del diritto comune del Quattrocento" (Edizioni Scientifiche Italiane).

La monografia, divisa in cinque capitoli più un’appendice documentaria, esamina tutti gli aspetti che riguardano l’Aretino, dalla vita, alle opere civilistiche, a quelle canonistiche, e all’edizione a stampa dei Consilia, raccolta di centosessantacinque pareri editata per la prima volta a Pisa. Nella città della Torre Pendente fu professore dal 1479 fino al 1484, anno in cui stanco si ritirò a Siena, dove poi morì nel maggio del 1488. Oltre che a Pisa, l’Accolti fu docente presso le Università di Firenze, di Siena, di Ferrara, come consigliere di Borso d’Este. Fu consigliere anche del duca Francesco Sforza. A seguito di questa nomina si trasferì a Milano nel maggio del 1461. Nel 1464 lo Sforza lo inviò a Roma per pronunciare a suo nome l’orazione gratulatoria al nuovo Pontefice Paolo II. Morto lo Sforza, l’Accolti, forse non contento del nuovo duca Gian Galeazzo, tornò a Siena come professore di diritto civile e canonico, insegnandovi dal 1466 alla primavera del 1479.

Il volume di Barbagli si chiude con un esame approfondito e bene argomentato sul rapporto, tema dallo storico definito “enigmatico”, che l’Accolti ebbe con la cultura umanistica del suo tempo. È noto che l’Accolti si è occupato di filosofia, di musica, di poesia e di teologia, intrattenendo, come indicato nell’affresco vasariano, relazioni con i più grandi letterati della sua epoca. In realtà il problema è se accettare o meno l’identificazione del giurista Francesco Accolti con l’umanista Franciscus Aretinus, figura evanescente cui fanno riferimento molti eruditi tra Cinquecento e Settecento in modo contraddittorio. In gioventù l’Accolti ebbe una valida formazione umanistica e la figura che senza dubbio ha avuto più peso è stata quella di Francesco Filelfo, che può avere avuto occasione di ascoltare anche a Firenze e non solo a Siena. A questo proposito diventa interessante il ritratto che di lui ha dipinto Bernardino Santini, pittore aretino, nel 1649 su commissione della Fraternita dei Laici per il Palazzo Comunale di Arezzo. Facendo riferimento al fatto che per l’iconografia dell’intera serie degli “Uomini illustri” di Arezzo, al Santini era stato chiesto di “conservare memoria” degli affreschi quattrocenteschi di Lorentino d’Andrea, perduti nel 1646 con il crollo della facciata del Palazzo Comunale, la tela seicentesca con Francesco in atto di leggere un libro è l’immagine più verosimile, poiché copiata da un ritratto a lui contemporaneo.

I genitori di Francesco, Michele Accolti e Margherita Roselli, forse sposati nel 1408, appartenevano entrambi a due delle famiglie più in vista di Arezzo ed ebbero molti figli. La famiglia Accolti era proveniente dal Casentino: la nascita di Francesco è avvenuta tra il 1416 e il 1417, dal luogo di nascita, conteso tra Arezzo e Firenze, dove il padre insegnava, per arrivare alla famiglia e alla loro abitazione aretina a San Lorentino, oltre che della sua formazione universitaria, avvenuta non solo a Siena, ma anche a Bologna.