
teatro
AREZZO 19 ottobre 2016 - DAL FRIULI alla Germania, poi dalla Germania alla Svizzera e infine, per ragioni di cuore, ha definitivamente sfatto le valigie a Castiglion Fiorentino. Portandosi dietro la passione del teatro, che poi è anche il suo lavoro avendo studiato all’Accademia Teatrale Dimitri. Sara Venuti aprirà la stagione del teatro Mario Spina di Castiglion Fiorentino domenica alle 21,15 con «20 chili di occhi». Un’opera prima per una prima nazionale che vedrà in scena due interpreti, la stessa Sara Venuti con David Labanca per una produzione Teatro Insonne che li ha visti in residenza al teatro castiglionese.
«E’ il risultato di un mio studio sulle dittature – spiega l’autrice e regista – ambientato in una sala del potere dove il dittatore è in questo caso una donna, la Generalessa Maria, un fatto inusuale ma non troppo, per far capire che tutti possono superare i propri limiti e diventare dei mostri. Leggendo varie biografie da Hitler a Stalin dal serbo Slobodan Miloševi al coreano Kim Jong-un alla ricerca di cosa originasse una dittatura e in quale contesto attecchisse ho trovato alcuni elementi in comune a questi personaggi: paura, disagio mentale, paranoia, crisi d’ansia e di panico. Un episodio lo dimostra, quando Stalin chiamò il medico che gli diagnosticò una paranoia lo fece uccidere. Lo spettacolo racconta quello che succede dietro le quinte di una dittatura, mi sono ispirata alla moglie di Ceausescu, la vera eminenza grigia del regime. Alla fine invito lo spettatore a chiedersi cosa succederebbe se noi stessi potessimo essere dei dittatori, se in un contesto in cui non avessimo limiti rimarremmo saldi ai nostri pincipi di persone per bene e altruiste o se il potere farebbe impazzire anche noi».
UNO SPETTACOLO di parola e di movimento, come insegna la scuola svizzera, il cui titolo si ispira al racconto dell’incontro tra Curzio Malaparte e Ante Pavelic capo del nuovo Stato di Croazia nel 1941 il quale, quando indicando un cesto di vimini, disse che era pieno di occhi umani. «Il simbolo della cultura del terrore – spiega Sara Venuti – una frase che la mia dittatrice userà parlando del suo popolo. Qui come autrice io mi schiero e il pubblico capisce qual è la mia posizione. Il dittatore è una persona ma è un mostro, ed è un mostro proprio perché è una persona». Intanto la compagnia Teatro Insonne ha ottenuto dalla Regione Toscana il finanziamento per le attività di produzione teatrale.
Silvia Bardi