
Enzo Gradassi
Arezzo 16 dicembre 2018 - “Non disturbava, non chiedeva l’elemosina, non dava confidenza, non parlava. Sembrava essere in perenne osservazione. Guardava”. Lo presenta così Enzo Gradassi un personaggio aretino che gli adulti di oggi ricordano benissimo. Era l’Omino d’oro a cui Gradassi ha dedicato il libro che verrà presentato lunedì 17 dicembre alle 17 al Caffè dei Costanti di Arezzo dall’autore e da Mattia Cialini in memoria di Filippo Bagni e Piero Bruni, le due vittime dell’Archivio di Stato, “perché - spiega Gradassi - proprio dall’Archivio di Stato che è partita la traccia per ricostruire la vicenda, quella vera, del cosiddetto Uomo d’Oro, il personaggio che ha segnato l’immaginario collettivo di almeno due generazioni di aretini”. “Uomodoro” edito da Fuorionda, per l’autore è una storia che, come altre, meritava di essere raccontata nella sua verità.
Gli aretini meno giovani conoscono la versione della sua leggenda che lo descrive come un padre in disperata e perenne attesa del figlio perduto in Russia. Si vestiva così, hanno sempre pensato e raccontato gli aretini, perché al suo ritorno il figlio lo riconoscesse subito. Una leggenda commovente, sufficiente perché l’Omino d’oro venisse guardato con rispetto e compassione, ma senza fargli mai domande, senza andare a indagare chi fosse. Si sapeva solo che indossava abiti verniciati di porporina dorata e che si muoveva con una bicicletta tutta d’oro che sostava agli incroci delle vie del centro.
Nel libro si racconta invece, attraverso una rigorosa e documentata ricerca, chi era in realtà quella persona, quali siano state le sue origini, i suoi travagli, il suo modo di far fronte alle necessità del vivere quotidiano, le sue vicissitudini e si fa luce su molti perché rimasti in sospeso: una storia completamente diversa da quella che si è raccontata fino ad oggi, con sullo sfondo Arezzo dall’inizio del Novecento fino agli anni Settanta, nella quale vengono illustrate le molte vicende di cronaca con le quali si misurò e i tanti personaggi noti e meno noti che hanno incrociato, in un modo o nell’altro, la sua vita. Un libro nato da un autore che da sempre racconta i fatti storici di Arezzo per passione come Enzo Gradassi, un tassello che mancava alla sua ampia collezione di libri e saggi scritti, che lo ha portato nelle biblioteche e all’Archivio di Stato dove ha conosciuto Filippo e Piero, le due vittime dell’assurda tragedia dell’Archivio, che lo hanno aiutato nella sua ricerca,. Tra vecchie pagine di giornali, tra cui La Nazione, e documenti partendo da un soprannome e da una leggenda Gradassi ha restituito un’identità all’omino d’oro. Un libro che svela dei misteri e ne apre altri grazie a un piccolo uomo diventato leggenda. Silvia Bardi