SILVIA BARDI
Cosa Fare

"La recita di Natale" riempie il cinema Eden: pace, amore e tanta ironia

Successo per le serate organizzate dalla libreria "Il viaggiatore immaginario" su testi di Giampiero Bracciali recitati da Andrea Biagiotti, Fernando Maraghini, Giannina Raspini con il pianista Matteo Trimigno e la cantante Marta Agnelli. Mercoledì 4 dicembre alle 21 l'ultima replica

La recita di Natale del Viaggiatore Immaginario

Arezzo 4 dicembre 2019 - Un’atmosfera vintage carica di nostalgia, di quella che ti fa venire voglia di montare subito l’albero di Natale appena arrivati a casa con le lucine e i regali nascosti sotto i rami anche se ci sarò da aspettare una ventina di giorni prima di aprirli. “La recita di Natale” organizzata dalla libreria Il Viaggiatore Immaginario che per tre giorni ha riempito il cinema Eden fa questo effetto. Una carica di buoni sentimenti velati da ironia e anche da amarezza che però ti fanno tornare bambini. E Giampiero Bracciali che quei testi li ha scelti lo sapeva benissimo tanto che la schermata di fine spettacolo rivolta agli spettatori esorta così: “La simulazione di pace e amore è finita, potete riprendere a comportarvi come al solito”. Sì, perché di spettacolo si è trattato grazie alla bravura di Andrea Biagiotti, Fernando Maraghini, Giannina Raspini accompagnati dai delicati arrangiamenti al piano del maestro Matteo Trimigno e dalla sorprendente voce di Marta Agnelli. Un salotto, un albero di Natale acceso, libri impacchettati con carta colorata e coccarde per un viaggio tra i tanti Natali che la letteratura offre.

L’impatto è brusco: ”Mi fa schifo il Natale” annuncia Biagiotti introducendo le pagine firmate Guido Catalano tratte da “I cani hanno sempre ragione”, ma a rimettere le cose a posto ci pensano gli zampognari e l’affresco di una festa ormai lontana per ripiombare nel natale passato sotto i bombardamenti dei B17 a Roma raccontato dal poeta Valentino Zeichen e poi ancora più indietro alla Prima Guerra Mondiale quando nelle trincee i preti invocano la vittoria contro il nemico, peccato che il Dio degli italiani sia lo stesso degli austriaci. Un paradosso sottolineato come un fiume in piena da un Biagiotti alle prese con il siciliano sgrammaticato di Vincenzo Rabito in “Terra Matta” uno dei più bei diari che abbiano vinto il Premio Pieve. C’è l’amore sconfinato dei due sposini che non avendo soldi per i regali si vendono gli unici “tesori” che hanno, lei i lunghi capelli, lui l’orologio da tasca, per comprare preziosi pettini fermacapelli per lei e una bella catena da orologio per lui. E se i poveri di D’Annunzio si illudono che gli occhi di un gatto nella notte siano due tizzoni accesi per scaldarsi, Guareschi risolleva l’umore con le poesie fatte recitare a memoria dai figli, un po’ restii a farlo, finendo per coinvolgere l’intero quartiere tanto che alla fine le hanno imparate a memoria anche il vicino, il salumaio e il panettiere.

Arrivando ai giorni nostri c’è il presepe alternativo dove nel laghetto corrono i motoscafi e al posto della stella cometa c’è un astronave. E la moderna parabola: e se un giorno Gesù decidesse di tornate sulla terra per vedere come se la cavano gli uomini passando una serata in discoteca? La risposta ce la dà Diego De Silva “allora è vero, Kurt Cobain non è morto!”. La morale? A ognuno il suo Natale perché, diciamocelo, non c’è niente di più triste che svegliarsi il giorno di Natale e accorgersi di non essere più bambini.