Web 'malato', ma davvero è una novità?

Il commento

Alessandro Antico

Alessandro Antico

Firenze, 23 maggio 2017 - LA QUESTIONE non è banale. Affatto. Il co-fondatore del social network Twitter, Evan Williams, ha detto che «Internet is broken», cioè che la filosofia del messaggio divulgato attraverso il web è fallita. In sostanza, di messaggi ne passano tanti, ma prevalgono quelli negativi. Vince chi urla di più. Lascia più segni l’offesa, la ferita, l’essere beceri, che una notizia positiva e solare. Pessimismo batte ottimismo 2.0. Però, dovessimo dire che la ‘sparata’ di Williams ci sorprende, saremmo bugiardi. Ha detto cose verissime, ma anche piuttosto scontate. Non nuove. Prima di lui c’era già arriva Papa Francesco. Fa un certo effetto se a pronunciarsi così è Williams, certo, ma d’altronde è un uomo intelligente e casomai ci avrebbe stupito se avesse detto il contrario.

INTERNET è pari a ogni altro stumento di offesa-difesa: dipende da come lo usi. Come un farmaco: se sbagli posologia, può essere dannoso oppure del tutto inutile. Come in tutte le cose, anche nella parola bisogna usare il giusto mezzo. C’è chi ha usato il web per divulgare il video di nomadi rinchiuse in una gabbia. C’è chi se ne è avvalso (e continua a farlo) per inondare YouTube di filmati a luci rosse che coinvolgono ex partner. C’è chi gira micro-clip di pestaggi o di bravate notturne e le ‘posta’ sui social. Non è un problema di Twitter, o di Facebook, o di Instagram. E’ un problema - parecchio grave - delle persone.