Draghi strizza l'occhio al Colle. Partiti nel caos e si profila il derby con Berlusconi

Mezz'ora di incontro con Salvini che gli porta i formaggi della Valtellina, ma contenuti top secret, a parte bollette, Pnnr e pandemia. L'incognita: chi sarà premier?

Il premier Mario Draghi non sembra escludere un trasloco al Quirinale

Il premier Mario Draghi non sembra escludere un trasloco al Quirinale

Roma - Che il premier Mario Draghi si sia sbilanciato verso una possibile scelta della poltrona al Quirnale, ormai è sotto gli occhi di tutti. Anche e soprattutto di chi è terrorizzato all’idea che lasci il timone di palazzo Chigi. E a questo punto il derby con Silvio Berlusconi appare evidente. Nulla di esplicito, certo. Nel suo stile. Nessuna autocandidatura ufficiale. Ma è proprio nelle parole pronunciate dal premier Mario Draghi, rispondendo alle domande su Quirinale, governo e maggioranza, che i leader “leggono“ l’intenzione (o quantomeno l’aspirazione) dell’ex governatore della Bce di trasferirsi da palazzo Chigi al Colle piu’ alto. 

Uno scenario che scatena l’agitazione, nella convinzione che senza Draghi alla guida, il governo non andrebbe avanti. E, invece, per la maggior parte dei partiti, l’esecutivo deve proseguire la sua opera fino alla scadenza naturale della legislatura, ovvero nel 2023. E’ una convinzione che accomuna un po’ tutti, dal Pd alla Lega. Insomma, la parola d’ordine resta “continuita’”. va scongiurato il rischio di elezioni anticipate, e’ il ragionamento, prospettiva che viene data per inevitabile con il “trasloco“ del premier. Le differenze di linea si evidenziano, invece, sull’ipotesi concreta che possa essere il nome di Draghi quello da votare quale successore di Sergio Mattarella. 

Tutti i leader, del resto, sono ben consapevoli che Draghi non puo’ essere eletto da una maggioranza spaccata e soprattutto ‘risicata’. I dem non si mettono di traverso, ma sembrano voler lasciare aperto uno spiraglio. Di tutt’altro avviso Lega e Forza Italia. Non si espone il Movimento 5 stelle, che resta pero’ cauto. Anche Salvini la prende larghissima: “Ho portato al premier dei formaggi della Valtellina in dono per Natale. Ne ho approfittato per ribadire l’urgenza di intervenire sul caro bollette, abbiamo condiviso la necessità di intervenire a brevissimo per tagliare i costi. Non abbiamo parlato nè di Quirinale, nè di beghe politiche. Io di Quirinale fino a gennaio non parlo”. 

Salvini lo dice proprio uscendo da un incontro col premier, Mario Draghi a Palazzo Chigi. In un tweet Salvini aggiunge: “Pnrr, crescita economia e situazione sanitaria: ho incontrato il presidente Draghi a Palazzo Chigi. La sintonia sull’urgenza di intervenire per abbattere il costo di luce e gas è totale”. Mezz’ora di incontro dal premier per parlare delle misure per contenere la pandemia, degli interventi urgenti per contrastare il caro bollette e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Piu’ o meno gli stessi contenuti sono stati veicolati dal comunicato inviato dalla segreteria leghista, che ha descritto come “cordiale” il clima dell’incontro. 

Resta un fatto, pero’, che il colloquio e’ avvenuto nel giorno del vertice di centrodestra, prima del pranzo di coalizione, e all’indomani della conferenza stampa di fine anno nella quale il premier non ha escluso sue eventuali ambizioni quirinalizie. Ipotesi, quest’ultima, che e’ stata accolta con grande scetticismo da tutto il centrodestra, non solo da Salvini, ma anche da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Tutti negano, ma e’ difficile credere che Draghi e Salvini non abbiano parlato di Colle dopo la conferenza di ieri. D’altronde il capo della Lega potrebbe essere andato a Palazzo Chigi a confrontarsi con l’ex governatore della Bce per poi riferire piu’ tardi agli alleati. 

Resta comunque nella Lega e in Forza Italia, quantomeno, grande prudenza rispetto all’ipotesi di un eventuale trasloco di Draghi al Quirinale. Salvini e Berlusconi, anche se non lo dicono apertamente, appaiono contrariati all’idea di andare alla Politiche anticipate nel 2022, come vorrebbe l’altra alleata, Meloni. E il tema che sembrano aver posto ieri e’ quello della “necessaria continuità” di governo da assicurare in caso di elezione di Draghi al Colle e della nuova fisionomia di un nuovo esecutivo, a partire dalla ricerca di un ‘sostituto’ a Palazzo Chigi.