Quando il prestigio è più forte della pandemia Nell’annus horribilis aumentati gli studenti

Il rettore Francesco Frati: "Il successo determinato dalla percezione che la città è sicura e che la didattica a distanza ha funzionato"

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Si apre un anno importante per l’Università di Siena. Confermato dal Censis proprio in questi giorni tra i migliori atenei italiani, con 74 corsi di studio, 18 in lingua inglese e 11 double degrees (organizzati nelle sedi di Siena, Arezzo, Grosseto e San Giovanni Valdarno), l’ateneo senese si prepara ad accogliere gli studenti nel secondo anno dopo l’inizio della pandemia, forte di risultati davvero sorprendenti. Non solo, infatti, ha saputo reggere l’urto del covid, che ha duramente colpito la salute della popolazione e dell’economia, ma ha addirittura incrementato le iscrizioni proprio durante il periodo più difficile. E adesso, con le immatricolazioni appena aperte, si tratta di aspettare le conferme, che stanno arrivando, testimoniando che l’ateneo è ancora molto ricercato e ben visto da coloro che investono nel proprio futuro con una formazione di alta qualità.

"Ci sono ragioni di ordine generale – spiega il rettore, Francesco Frati, ordinario di Zoologia – come il ricorso alla didattica a distanza che ha consentito di continuare a studiare, ma anche fattori che ci riguardano da vicino, come il fatto che Siena ha sicuramente stimolato un interesse maggiore per la sua natura di piccolo centro, percepito forse come più sicuro".

Il legame con la città si conferma quindi una caratteristica fondamentale dell’ateneo senese?

"È un legame che nasce nel momento stesso in cui viene fondata l’Università. Il centro storico è un campus naturale per gli studenti. Al di là della qualità della didattica e della ricerca, sulla quale puntiamo da sempre, c’è proprio il fattore del legame con la città e con la sua bellezza. La metà dei nostri studenti viene da fuori, e come dimostra il gruppo Facebook ‘Hai studiato a Siena se…’, che in poco tempo ha raccolto quindicimila iscritti e dal quale è poi nata l’associazione di ex studenti USiena Alumni, il legame umano che si instaura con la città dura poi per tutta la vita. Ogni giorno pubblicano foto, pensieri, che dimostrano il loro affetto e diventano allo stesso tempo un veicolo di promozione, per la città e per l’ateneo stesso".

Come si è rinnovata l’offerta formativa?

"Ogni anno facciamo un po’ di manutenzione. Abbiamo attivato il corso triennale in ‘Economics and Management’, completamente in lingua inglese, il corso di laurea magistrale in ‘Biodiversity, Conservation and Environmental Quality’, unico in Italia sui temi della biodiversità, della conservazione e della qualità ambientale a essere proposto in lingua inglese, e il corso in ‘Tecniche audioprotesiche’, per formare professionisti in un ambito che prevede materiali e metodi riabilitativi e diagnostici innovativi e sempre più sofisticati. Abbiamo poi consolidato il corso di ‘Agribusiness’, che ha concluso il triennio di sperimentazione e adesso è sempre più legato al mondo delle aziende del territorio. I primi laureati, infatti, hanno avuto subito offerte di lavoro. E avere ben diciotto programmi in inglese rafforza la nostra vocazione internazionale, come dimostra l’immatricolazione di 1.500 studenti stranieri ai quali si aggiungono ogni anno i circa 700 che arrivano con l’Erasmus".

Quali scelte rappresentano meglio l’idea di futuro dell’Università di Siena?

"La tradizione nelle Scienze della vita, l’impegno sul tema della sostenibilità, la novità dell’intelligenza artificiale e la tradizione negli studi umanistici, letterari e storici che trovano a Siena, città di arte e cultura, la loro collocazione ideale".

Riccardo Bruni