Viareggio d'inverno: quando il mare si fa poesia

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La passeggiata

La passeggiata

Viareggio, 8 gennaio 2016 - Manca un mese. Dal 7 febbraio (al 5 marzo) quello che sto per raccontare stracciatelo. Dimenticate ogni parola, ogni emozione. Stessa cosa fate se, per caso, rinverrete nell'etere del web questo testo nel periodo estivo. Perché Viareggio - perla del Tirreno come si diceva un tempo - cambia pelle due volte in un anno: a Carnevale e in estate.

Non vi stupirò dunque se confesso di amare alla follia ogni altro attimo esclusi quelli che colorano i sopracitati periodi dell'anno. Amo l'inverno al mare e Viareggio è mare vero quello che emoziona non solo passeggiando in passeggiata (pasticcio di parole voluto!) perché come si passeggia in passeggiata non si passeggia altrove mai.

La passeggiata in passeggiata è fatta di mogli che scappano alle mani dei mariti e dei figli per entrare e uscire dai negozi (a proposito, occhio in questi giorni, con i saldi...). La passeggiata è fatta di tricicli, monopattini, cani al guinzaglio, passeggini e carrozzine in un turbine di vita fatto di 'vippaggio' fortemarmino, di proletariato domenical-festaiolo agghindato per l'occasione di un braccetto rilassante, di qualche 'simpatico e colorato' ambulante e, a volte, di qualche ambulante...

Il variegato lungomare, dove la spiaggia si intravede tra l'ingresso di uno storico stabilimento o la vetrina di un negozio, sprigiona la sua maestosità all'altezza di piazza Mazzini dove l'arenile si palesa quasi improvviso e lo sguardo si perde ben oltre la linea dell'orizzonte. Su quelle panchine in pietra o semplicemente con un asciugamano o un plaid adagiati sulla sabbia ci si perde in un tempo rallentato e dai contorni sfumati, soprattutto se il tempo è quello uggioso di questi giorni.

Viareggio d'inverno è il cielo che diventa mare in un grigio soporifero ma ristoratore, perché qui l'aria fa davvero la differenza e il mare, il salmastro, lo iodio si respirano finanche dagli occhi per entrare dentro e rimanerci nei sapori fino a casa, chilometri dopo di autostrade o statali ingolfate di auto al rientro. Viareggio di domenica d'inverno. Il film di una consuetudine che è emozione da quando lo sportello della macchina si chiude dietro di noi e i ragazzini fuggono subito a cercare il modo di sporcarsi in spiaggia, divincolandosi anche dagli abbracci più affettuosi di nonni sorridenti. Viareggio d'inverno è sì mare che si fa poesia.

Ma non è tutto. Viareggio è anche via Battisti con il suo centro commerciale e la Darsena con i locali migliori e i cantieri a vista, vero e proprio laboratorio di sogni per bambini che sognano di scoprire il mondo in barca. Viareggio d'inverno è il molo con le giostrine per i più piccoli, i chioschetti per un drink o un gelato e due barchette che fanno il pesce fritto (da provare) con buona pace dei ristoranti in terra ferma.

Viareggio è via Fratti e il mercato, è 'viaregginità' che sprigiona tra le belle facciate liberty e al profumo di una 'scarpaccia' (la tipica torta di zucchine) ancora tiepida. Emozioni di tempi andati, di una bella epoque che fu, di un sapore di mare che resta nel cuore. Come salmastro sulla pelle.

Da non perdere

1) La Passeggiata

2) La Torre Matilde

3) La Darsena

4) Il Molo

Mangiare

1) Buonamico, il ristorante di pesce con cucina viareggina rievocata in chiave moderna e classica; materie prime a chilometro ridotto. In via Sant'Andrea.

2) Margherita, merita una sosta in questo bar-ristorante-libreria per il fascino che si respira in stile retrò. In Passeggiata.

3) La Chiesina, ristorante (non male) e pizzeria (buona): si mangia in quella che fu a inizi Novecento un luogo di culto anglicano. In Via Da Vinci.

4) Adone: il miglior panino di Viareggio, probabilmente uno dei migliori che io conosca in Toscana; materie prime di qualità e una baguette che baguette non è appena intiepidita alla piastra. In via Garibaldi, dietro il Comune.

Sulle note di Sailing - Rod Stewart