Il carrozzone e lo spettacolo della vita. L’imponente opera di Massimo Breschi

Una costruzione che fa riflettere con un misto tra tradizione e novità

Massimo Breschi e il bozzetto del suo carro

Massimo Breschi e il bozzetto del suo carro

Viareggio, 26 gennaio 2017 - La proposta per il Carnevale 2017 di Massimo Breschi è quella di un “Immaginario itinerante, il grande spettacolo della vita“. Un vero e proprio carrozzone, come quelli che usavano nei primi del ’900, e che portavano lo spettacolo anche nei piccoli borghi, al difuori comunque dei teatri cittadini. «Il carro è imponente, e se fosse stato possibile lo avrai fatto anche più grande - dice Breschi - ma le dimensioni sono obbligate. Comunque il carrozzone della vita è immaginato come il volto affascinante di Madre Natura, che tutti possono ammirare nella infinta bellezza dei colori e si esprime nel ciclo delle stagioni. E’ sempre stato così nell’avventura umana, e sarà sempre così in futuro. Nel contempo ho voluto inserire l’altra faccia della realtà che ci pervade tutti i giorni: il macchinario di morte dalle sembianze di un teschio meccanico. A rappresentare quindi l’avidità del profitto e dell’ormai insaziabile consumismo di noi umani. Il gioco della vita è rappresentato così come lo vediamo noi quotidianamente, sulle due fiancate dell carrozza: l’alternarsi del giorno e della notte con una visione intensa in cui ho voluto riproporre il piccolo teatro di strada. La carovana della vita l’ho vista come un gioco, come uno spettacolo, che nella sua maestosità, alla fine, poi torna ad essere la quotidianità.»

Un carro quindi di riflessione e di attrattiva impostato sulla grandiosità. «Sì, come ripeto lo avrei voluto ancora più grande, ma non è stato possibile. Il carro si presenta con una colore noce che contrasta con gli interni, che a loro volta ruotano e si presentano spettacolari e inconsueti sia nel colori che nei movimenti. Lo spettacolo ha un bravo presentatore che sa come attirare il pubblico, che poi è quanto ci si aspetta da una macchina scenica così complessa. Il gioco è sul dualismo tra la bellezza, dal volto femminile, e morte, raffigurata dal teschio meccanico e agghiacciante. E anche le coreografie sono a tema, così come le musiche che richiamano motivi andati e nuove tendenze.»

Walter Strata