Le maschere del popolo Boruca. I fratelli Bonetti e la bella natura

Temi etici che vanno oltre la cronaca. Parlando di vita e libertà

I fratelli Uberto e Luigi Bonetti

I fratelli Uberto e Luigi Bonetti

Viareggio, 19 gennaio 2017 - La scoperta o, meglio, il rendere noto al grande pubblico del Carnevale di Viareggio chi sono i Boruca, è lo scopo della costruzione dei fratelli Uberto e Luigi Bonetti.

"Siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di questa popolazione - dice Uberto - dopo che un nostro collaboratore aveva fatto un viaggio in Costa Rica e aveva riportato una maschera tradizionale. E’ stata come una folgorazione. La maschera è veramente un’opera d’arte e da essa è partita l’ispirazione per il carro. Che abbiamo subito intitolato 'Boruca dietro la maschera' per incentrare l’attenzione su questo soggetto che da solo, secondo noi, racconta un popolo. Abbiamo quindi affrontato uno studio approfondito sui Boruca, questa comunità indigena di sole duemila persone che vive nel territorio di una riserva naturale protetta".

Qual è la loro tradizione di maschere? "Deriva da quella originaria di elaborato intaglio del legno di balsa, da cui ottengono un risultato spettacolare e unico. Sono vere opere d’arte dedicate agli animali che popolano quella grande giungla, tra i quali la rana, il tucano, il giaguaro, le farfalle e altri. Le abbiamo prima assimilate nel nostro progetto e ora le portiamo al Carnevale consci di poter parlare al pubblico di un piccolo popolo fiero delle tradizioni antiche".

E’ un’opera impegnativa e dai significati etici molto importanti. "Sì, perché oltre a raffigurare queste maschere che in loro stesse rappresentano la cultura antica dei Boruca, la storia, la manualità, la fervida immaginazione, abbiamo messo un grande albero a rappresentare la vita e la libertà. L’accostamento e il messaggio che vogliamo proporre è chiaro: un gioco tra l’immagine, colori e natura che abbiamo realizzato per nostri carri negli anni passati. Vuole essere una costruzione che lascia un ricordo tangibile in ognuno di noi, anche con il contorno fatto da adeguate coreografie e inserendo inoltre una linea musicale inedita e appositamente realizzata. Il tutto per fare apprezzare la bellezza della natura e la consapevolezza dell’essere umano, in questo caso dei Boruca, nel tramandare la storia e la tradizione di sapienza proprie".

Walter Strata