Riapre il Cocoricò, i genitori del 16enne morto: "Tardivo il divieto ai minorenni"

Lamberto Lucaccioni di Città di Castello ha perso la vita a luglio scorso per una overdose di ecstasy dopo essersi sentito male nella discoteca di Riccione

Il Cocoricò

Il Cocoricò

Città di Castello (Perugia), 6 dicembre 2015 -  Ha riaperto ieri sera il Cocoricò di Riccione. Il locale era stato chiuso quattro mesi fa per un provvedimento del questore di Rimini Maurizio Improta disposto dopo la morte del 16enne umbro, Lamberto Lucaccioni: il ragazzo aveva perso la vita nel luglio scorso per una overdose di ecstasy dopo essersi sentito male nella discoteca.

Già prima della mezzanotte erano tantissimi i ragazzi in attesa di entrare nel locale. La gestione ha potenziato ulteriormente i controlli per una maggiore sicurezza: l'ingresso è vietato ai minorenni, una volta usciti non si può rientrare (abolito quindi il sistema del 'timbrò), i parcheggi sono stati transennati ed è stato potenziato il sistema di sorveglianza con una settantina di telecamere ad alta definizione per tenere sotto controllo tutto ciò che accade dentro e fuori dalla discoteca.

È una decisione "saggia, ma tardiva" quella di vietare ai minorenni l'ingresso al Cocoricò di Riccione, secondo i genitori del sedicenne umbro Lamberto Lucaccioni, che così hanno commentato - con l'ANSA - la riapertura del locale. Lo hanno fatto attraverso il loro legale, l'avvocato Roberto Bianchi, il quale ha spiegato che sono ancora distrutti dal dolore il papà e la mamma del sedicenne di Città di Castello, ma hanno ripreso il lavoro e sentono forte intorno a loro l'affetto di tutta la comunità cittadina.

Non hanno invece mai incontrato i familiari dell'unico indagato per questa vicenda, un 19enne fratello di un amico di scuola di Lamberto, che confessò ai carabinieri di Riccione di aver dato la droga al ragazzino, né la famiglia del ragazzo che ospitò Lamberto la sera del tragico evento. Quanto ai gestori della discoteca, "con questi quattro mesi di stop - ha detto l'avvocato  Bianchi all'ANSA, commentando alcune dichiarazioni che gli stessi avrebbero fatto in passato - hanno pagato il conto alla giustizia amministrativa, ma non con la famiglia Lucaccioni" che li ritiene "corresponsabili di quanto successo".