«Le mie figlie sarebbero prostitute se non fossero state infibulate»

La difesa del padre arrestato. Il gip revoca i domiciliari e impone divieto di espatrio INFIBULAZIONE SU DUE RAGAZZINE A PERUGIA: ARRESTATI I GENITORI

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

Perugia, 10 agosto 2014 - DONNE di malaffare. Praticamente prostitute. ‘Se dovessimo tornare a vivere in Nigeria, senza infibulazione le mie figlie sarebbero allontanate e trattate come prostitute’. Emarginate dalla famiglia e dalla società. La verità di un padre arrestato per l’infibulazione (la mutilazione degli organi genitali) sulle figlie di 4 e 10 anni, insieme alla moglie, si scontra contro una cultura totalmente diversa. Due mondi, due modi opposti di affrontare la condizione della donna che, nonostante le campagne di sensibilizzazione in Africa, non è ancora cambiata.

In Italia la mutilazione degli organi genitali è un reato (articolo 583 bis) punito fino a 12 anni (e oltre se viene commesso su minorenni) di carcere. E’ previsto l’arresto e, in caso di condanna, decade la responsabilità genitoriale. Ed è un reato che si può applicare anche se commesso all’estero. Come nel caso accaduto nell’Eugubino. In Nigeria, come in altri paesi dell’Africa, è un diktat non scritto: la discriminante fra onore e disonore. 

CIONONOSTANTE, nel corso dell’interrogatorio dei coniugi (difesi dall’avvocato Barbara Romoli) davanti al gip la madre di appena 26 anni ha detto di essere d’accordo con un’operazione di defibulazione mentre il padre 30enne ha detto che si tratta di una pratica condivisa nel suo paese e indispensabile. Entrambi hanno sostenuto che l’infibulazione fu comunque svolta in Nigeriana tra gennaio e settembre 2013 quando le bimbe erano dai nonni materni. Loro lo scoprirono dopo e comunque non si sarebbero potuti oppore perchè la decisione spetta agli anziani della famiglia.  All’esito dell’interrogatorio il legale aveva chiesto la revoca della misura: il giudice ha accolto la richiesta mantenendo come misura solo il divieto di espatrio per entrambi. 

ORA scocca l’ora della difesa. Il legale potrebbe chiedere un incidente probatorio per datare le cicatrici e provare, attraverso i visti sui passaporti, che le bimbe in quel periodo erano affidate ai nonni e loro erano in Italia. Accertamenti sono in corso anche da parte della procura (pm Massimo Casucci).

NELLA MISURA cautelare del giudice però si ipotizza anche un concorso morale dei genitori, in concorso con persone ignoti (i nonni ndr). Un caso non di facile soluzione.  

Eri.P.